Lupi: “I lealisti del Pdl danneggiano il partito”
Lupi: “I lealisti del Pdl danneggiano il partito”
Non rischia di non farsi capire il ministro Maurizio Lupi, nel suo ennesimo intervento sui giornali sulla tensione all’interno del Pdl. ”Noi lavoreremo fino all’ultimo minuto per l’unità del partito – dichiara oggi a Elisabetta Soglio del Corriere della Sera -. Ma qui c’è invece chi ogni ora, ogni minuto e ogni secondo vuole e persegue la rottura usando contro di noi slogan durissimi, parole forti, attacchi violenti”.
Non accetta Lupi questa dinamica, soprattutto perché a suo dire “l’unico risultato e’ quello di indebolire il partito e il suo leader, Silvio Berlusconi”. Per lui quella cui si sta assistendo all’interno del partito è una vera escalation di accuse e sospetti, per giunta mentre ognuno crede di fare la cosa migliore invocando il Cavaliere: “Mentre noi concretamente stiamo lavorando nell’interesse del Paese, come Berlusconi ci ha chiesto di fare – quelli che remano contro hanno lanciato una gara in nome di un lealismo presunto“.
Lupi nega di voler spaccare il partito (“L’obiettivo è costruire un grande partito che, guidato da Berlusconi, possa dare un contributo per portare il Paese fuori dalla crisi”) ma a sentirsi chiamare “traditore” non ci sta. “Ci dicono anche che siamo vili, disertori, ingrati. Io vorrei che si leggesse con attenzione il documento che abbiamo preparato e ci si dicesse dove contrasta con Silvio Berlusconi, con la filosofia, i valori e gli ideali di Forza Italia”.
Non si accontenta naturalmente di “assolvere” se stesso e gli altri sottoscrittori dall’accusa di tradimento: “Questi che si sentono più lealisti del re dovrebbero rendersi conto che stanno danneggiando il partito e il suo leader, indebolendo pesantemente l’immagine dell’uno e dell’altro e minando l’azione del governo”. Governo di cui ovviamente lui è parte.
Nega che Berlusconi gli abbia mai dato dell’ingrato e conferma di avere già raccolto 300 firme per il suo documento da discutere in consiglio nazionale: “Non sono firme contro Berlusconi, ma a favore della sua leadership, della sua storia e della sua linea politica”. L’anticipo del consiglio al 16 novembre, però, preoccupa Lupi: “la sensazione è che lo si voglia trasformare in una prova muscolare, nella conta di chi è leale e chi no. Abbiamo bisogno di un momento di confronto, non di scontro“.
Di certo Lupi e gli altri “governativi” lavoreranno perché l’assise del 16 “non diventi uno spettacolo desolante dello scontro in atto: sarebbe la rappresentazione plastica della fine di una storia”. Una fine che si è rischiata all’inizio di ottobre, il giorno della fiducia, ma sarebbe peggiorata anche la storia del paese: “Se il 2 ottobre avesse vinto la linea estremista, non si sarebbe tenuto conto dell conseguenze nefaste di questa scelta per il paese”.
Gabriele Maestri