Il rating della Francia di nuovo declassato. L’agenzia Standard’s and Poor abbassa di un altro notch il rating della Francia: sotto accusa le riforme del Premier Hollande, colpevoli di non “incentivare la crescita nel medio termine”.
Tutte le maggiori agenzie hanno declassato già una volta il rating sovrano francese, da tripla A a AA+, S&P’s è l’unica a procedere a un secondo Downgrade, da AA+ a AA: sotto accusa “le riforme fiscali, così come quelle del mercato dei prodotti, dei servizi e del lavoro”, inoltre, fanno saper da S&P: “Il perdurare di alti livelli di disoccupazione è destinato a indebolire il supporto ad altre riforme significative”.
La disoccupazione in Francia al momento è al 10,9% ma continua ad aumentare e non si prevede che scenda sotto il 10% entro il 2016, è prevista una crescita a fine anno ma solo dello 0,2%: siamo lontani dalla tripla B con outlook negativo affibbiata all’Italia nel Luglio scorso, resta però il problema dell’indebitamento della Francia nel breve-medio periodo.
Il deficit pubblico sul Pil si attesterà, a fine anno, intorno al 4,1%, vicino al 3,6% è previsto invece per il 2014, stime che vengono costantemente aumentate d’altronde, configurando una situazione peggiore persino rispetto a quella italiana, che fa preoccupare anche la Commissione Europea.
Una bocciatura inattesa per Parigi: comunque sia l’esecutivo che l’Eliseo difendono il proprio operato. Moscovici, Ministro dell’economia, parla di “dato critico e inesatto”, che non tiene conto del piano completo delle riforme strutturali, operate dai socialisti nei 18 mesi di mandato finora svolti, ma solo del “deficit sul Pil” senza considerare i dati che rendono ottimisti riguardo all’economia francese: “Secondo le prospettive demografiche, la Francia ha il tasso di natalità maggiore d’Europa, la qualità delle Infrastrutture, l’alto livello educativo e di produttività della manodopera, la quota di risparmio elevata nel settore privato”.
Il premier Ayrault e il capo del Ps Bruno La Roux sono d’accordo con Moscovici nel rigettare il downgrade e quindi nel rifiutare le richieste degli analisti che vorrebbero un passo in più verso l’austerità. Anche Hollande difende la sua “rotta” e conferma che il processo di riforma dell’economia seguirà un ritmo compatibile con quello dei cittadini, cercando di non comprimere troppo il potere d’acquisto dei francesi.
In altri tempi una notizia del genere avrebbe determinato una catastrofe in borsa, invece, ad oggi, anche se in perdita, l’economia francese tiene e resta tra le più “forti” d’Europa: il tasso sugli OAT, i titoli di Stato francesi, rimane lontano dal 4% dei Btp decennali italiani, mentre lo spread tra OAT e Bund tedeschi è poco sopra i 50 punti base, un dato che mostra ulteriormente le differenze tra l’economia francese e quella italiana.