Segnala Marina Terragni questa conversazione tra la 16enne costretta a prostituirsi e sua madre
M: «…mi ha chiamato la tua professoressa di latino… voleva sapere perché non stai andando… gli ho detto che non si sente bene … mi ha detto: pensa che domani verrà a scuola? Allora tu che cosa hai intenzione di fare? Dimmelo perché se no… ci prendiamo in giro… andiamo dagli insegnanti e glielo diciamo…».
F: «Ma io voglio andarci a scuola… è solo che non c’ho tempo per fare i compiti…».
M: «E va bè, il tempo si trova per fare i compiti…».
F: «Ma quando mamma?».
M: «Quando esci da scuola torni a casa… due tre ore studi… e…».
F: «Dopo non ce la faccio ad andare da Mimmi (Ieni, uno dei presunti sfruttatori che metteva a disposizione l’appartamento, la ragazza dunque lo nominava alla madre, ndr) non ce la faccio se studio perché dopo sono stanca…».
M: «Allora devi fare una scelta… puoi alternare i giorni… qui una soluzione bisogna trovarla… rifletti bene su questo aspetto della scuola… se no… ti ritiro…».
F: «Non mi puoi ritirare mamma non c’ho 16 anni… ci voglio andare… però non voglio andarci senza aver fatto i compiti…».
M: «E allora fai una cosa scusami… allora c’è la possibilità di stare a scuola, studiare due ore così stai già là…».
Nel 2011 scrissi questo pezzo in cui dicevo (riprendendo le parole di un altro):
Ecco il modello imperante: giovani ragazze che si piazzano con l’uomo (anziano) più ricco d’Italia. L’amore c’entra poco, la famiglia è una facciata, la donna, ormai, ridotta ad oggetto da ostentare, lei consenziente.
E i commenti al bar si sprecano; beato lui che può, potessi, anch’io…
Il disagio che provo è fortissimo. Certo, sono affari privati del presidente, se la vedrà con la sua coscienza. Ma sono affari pubblicissimi per le conseguenze che ne derivano, come diceva bene ieri sera don Ciotti.
Guardo a mio figlio, ancora piccolo, e mi chiedo come riuscirò a fargli scoprire la relazione adulta e matura, fatta di complicità e di rispetto, non seduttiva, non pornografa, fra un uomo e una donna. Mi chiedo come potrà credere all’amore, se nessuno ci crede, se tutto è ridotto ad uso (consenziente) dell’altro.
Mi sento davvero ferito nella mia dignità di cittadino e di cristiano e voglio solo scrivere, perché rimanga ai posteri, che io NON condivido questa visione della vita, della donna, dell’amore. Sia chiaro.
Mi diedero tutti del moralista. Mi accusarono soprattutto quelli che tutto il giorno si riempiono la bocca con la difesa della famiglia.
Qui c’è una famiglia da difendere, soprattutto c’è una minorenne da proteggere.
Continuiamo a far finta che queste cose non esistono e che è tutta colpa di certe ragazze troppo disinibite che sono zoccole dentro o cominciamo a dire che i clienti di prostitute minorenni sono delle bestie e cominciamo davvero a pensare come fermarli?