Se alla vigilia di An si litiga sul simbolo
Non occorreva essere delle cassandre per immaginare che sarebbe finita così. Domani alle 15 all’Hotel Parco dei principi a Roma dovrebbe essere presentato il “Movimento per Alleanza Nazionale” promosso da La Destra, Fli, Io Sud, Fiamma Tricolore, Nuova Alleanza, Fondazione Giuseppe Tatarella e altre formazioni, ma dalla Fondazione An arriva, prevedibile, l’invito a non usare nome e simbolo di An.
L’attesa
Fino a stamani, gran parte dei promotori era entusiasta: “Se ha senso far rinascere Alleanza nazionale – diceva Francesco Storace, leader della Destra – è anche per affermare il diritto a non essere considerati stranieri a casa nostra. Gli italiani non devono chiedere asilo in Patria“. “Domani rinasce An aperta a tutti coloro che si sentono orgogliosi di starci dentro. Siamo sempre più convinti della necessità, che viene dalla base, di una destra vera, che non debba camuffarsi da centrodestra per essere democratica nazionale e sociale. Il percorso di An fu impropriamente e arbitrariamente interrotto, oggi per noi è assolutamente necessario riprenderlo”, spiegava Adriana Poli Bortone, presidente di Io Sud.
Era soddisfatto anche il coordinatore di Fli Roberto Menia, dopo tante critiche ricevute dal suo progetto ad opera di alcuni compagni di viaggio: “Il Movimento per An sara’ il seme della nuova unità nazionale, domani sarà un nuovo giorno per la destra italiana: è nostro dovere strutturare una proposta politica moderna ma franca, che non scivoli nelle contraddizioni del terzopolismo o nelle inquietudini sloganistiche renziane, ma dica come intende risolvere i nodi italiani”.
Il “No” della Fondazione
A metà pomeriggio, però, è arrivata la doccia fredda da Franco Mugnai, presidente della Fondazione Alleanza nazionale, il soggetto che – essendo la “vecchia” Alleanza nazionale ancora esistente, ma in liquidazione – dovrebbe avere la titolarità di nome e simbolo. “In merito a notizie di stampa saranno assunte le iniziative più opportune per tutelare, rispetto ad un uso non concordato, il simbolo di An di cui è unica titolare la Fondazione”.
Mugnai è chiaro nel precisare che “nessuno, senza un previo concerto con la Fondazione, è autorizzato all’utilizzo del simbolo”: chi invece vuole usarlo comunque è invitato “a desistere da tale utilizzo non concordato, evitando iniziative unilaterali che provocano inutili tensioni e divisioni fra quanti, viceversa, hanno unitariamente condiviso il percorso storico di An“. L’uso da parte dell’iniziativa di domani, dunque, non lederebbe tanto il patrimonio della fondazione, quanto il patrimonio ideale: l’iniziativa, insomma, non è sentita come unitaria. Mancano infatti gli ex An che ancora stanno nel Pdl e quelli che hanno dato vita a Fratelli d’Italia, come pure altri che si sono persi qua e là.
Le reazioni
Non si sono fatte attendere le reazioni, molto dure e piccate, degli organizzatori. Il più severo è Storace (La Destra): “Domani alle 15 al Parco dei Principi di Roma, tantissima gente si riunirà sventolando le bandiere di Alleanza nazionale. Se lo desidera, offriamo un microfono al sen. Mugnai per spiegare perché sarebbe vietato manifestare a nome di un partito in cui lui non crede più. Oppure ci denunci tutti in un maxi processo che riguarderebbe milioni di persone che vogliono una bandiera e non un patrimonio“.
Sulla stessa linea Menia (Fli): “Domani alle 15 al Parco dei Principi di Roma saremo in tanti a ri-dare vita alla destra vera. Se qualcuno la giudica nostalgia pura è padrone di farlo, ma non per questo strumentalizzi il nostro slancio invocando commi e leggine”. Per Menia, forse è Mugnai a non credere più in An: “La forza delle idee sta in chi crede ad una bandiera, più che in un patrimonio”.
”Apprendiamo dall’avvocato Mugnai un nuovo strumento giuridico, la diffida al popolo di An a mezzo stampa” commenta l’ex An-Pdl-Fli Antonio Buonfiglio -. Mi associo all’invito che gli ha fatto Storace a venire al Parco dei Principi e a spiegare perché l’uso di un simbolo nel quale si identificano in molti, tanto da sventolarne le bandiere, possa essere messo in un cassetto per la volontà di 4 o 5 persone. Ma siamo convinti che il senatore Mugnai potrebbe raccontarci tante altre cose…”
Altre destre
Sempre domani, peraltro, tornerà a dare segni di sé Enzo Raisi, dopo l’esperienza non felice di Fli. “Dopo sette mesi di riflessione ho deciso di partecipare all’evento costituente di Mit-Modernizzare l’Italia, che si terrà domani a Roma all’hotel Nazionale”. La data uguale a quella scelta da Storace per Raisi è del tutto casuale, “ma sicuramente aiuterà a fare chiarezza. Ognuno di noi aderì a Fli trovando motivazioni diverse: coloro che saranno presenti all’inaugurazione del Mit lo fecero vedendo in quel progetto politico un percorso che doveva portare a un centrodestra moderno e di cambiamento del Paese in senso innovatore e riformatore. Su questi punti ci ritroveremo domani anche con tanti nuovi amici che invece vengono da esperienze diverse”.
Gabriele Maestri