Svolta decisiva nel processo di pace fra Colombia e FARC
Il governo di Bogotá e le Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo (FARC) hanno fatto un nuovo passo avanti nelle trattative del processo di pace, poiché le due parti stanno in questi giorni affrontando la questione riguardante la futura partecipazione in politica dei guerriglieri una volte deposte le armi. Si tratta di uno dei punti più delicati di un negoziato avviato un anno fa per mettere fine al conflitto interno che dura da mezzo secolo, causando finora la morte di oltre 500’000 persone e 4 milioni di sfollati, e al quale hanno partecipato anche gruppi di insorti, paramilitari e organizzazioni legate al narcotraffico.
Le delegazioni del governo colombiano e delle FARC hanno iniziato il processo di conversazioni il 18 ottobre 2012, presso la città di Hurdal in Norvegia, per poi spostarsi all’Avana. L’intesa prevede garanzie per la partecipazione civile alla vita pubblica e per l’esercizio dell’opposizione politica delle stesse FARC, ma va precisato ciò rientra comunque all’interno di un accordo più ampio. Inoltre, uno dei principi di questi negoziati è che fino a quando non sarà raggiunto un accordo su tutto, allora questo non ci sarà su nulla.
Sebbene sia quasi definito il più spinoso dei punti in discussione, e quello da cui dipende l’intero impianto dell’accordo di pace fra il governo colombiano e le FARC, il cammino del processo di pace resta ancora lungo. Archiviate le questioni prettamente politiche, le delegazioni del governo colombiano e delle FARC hanno deciso di prendersi alcuni giorni di riflessione e poi iniziare a discutere del terzo punto dal prossimo 18 novembre, quando sarà affrontato con i delegati delle FARC il tema del narcotraffico. Infine, si parlerà di indennizzare le vittime del conflitto, per poi terminare con la definizione dei meccanismi adeguati per sottoporre come referendum il testo dell’accordo finale.