Il prossimo 14 novembre la Camera dei Deputati dovrà eleggere il nuovo componente dell’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni destinato a sostituire il dimissionario Maurizio Décina.
Si tratta di una scelta straordinariamente delicata.
La governance del sistema delle telecomunicazioni e di quello mediatico che compete, appunto, all’AGCOM è, ormai, divenuta un fattore chiave per lo sviluppo democratico, culturale ed economico del Paese.
Le decisioni dell’Authorithy hanno, infatti, un impatto – oggi più che mai – diretto e determinante nella vita dei cittadini, nella misura delle libertà e dei diritti – anche civili – che questi sono in condizione di esercitare e, soprattutto, nella crescita culturale delle vecchie e nuove generazioni.
L’Autorità dispone di competenze e poteri che la pongono in condizione di innescare una rivoluzione democratica, culturale ed economica senza precedenti, estirpando alla radice alcuni dei principali mali di cui questo Paese soffre da decenni.
Che si parli di pluralismo nell’informazione, di par condicio nell’utilizzo dei media in campagna elettorale, di circolazione delle informazioni e dei contenuti nello spazio pubblico telematico o di neutralità delle autostrade dell’informazione è sempre l’AGCOM a poter, attraverso le proprie decisioni, cambiare in modo significativo il corso della storia ed a poter scrivere un futuro diverso per il nostro Paese.
La legge, come è noto, stabilisce che i componenti dell’Autorità siano scelti tra persone dotate di alta e riconosciuta professionalità e competenza nel settore.
Una formula, sfortunatamente, ampia e generica che lascia spazio a tante – forse troppe – interpretazioni diverse, specie in ragione dell’ampiezza delle competenze dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e, quindi, del “settore” di riferimento.
Difficile – credo per chiunque – sentire di possedere “alta e riconosciuta professionalità e competenza” in settori tanto vasti ed eterogenei.
Nelle ultime ore ho, tuttavia, maturato il convincimento di candidarmi e l’ho fatto con un’irrinunciabile riserva mentale: quella di invitare poi i Deputati a scegliere non me, ma uno qualsiasi tra i candidati – che non è purtroppo dato ancora conoscere – che disponga di professionalità e competenze superiori rispetto alle mie come, certamente, ce ne sono molti.
In questa prospettiva, da giurista – e, dunque, contro i miei interessi da candidato – non posso che rilevare che sarebbe opportuno che l’eredità di Maurizio Décina fosse raccolta da un altro tecnico, esperto di reti e sistemi di telecomunicazione e di media digitali.
Si tratta di competenze che, a seguito delle dimissioni del Prof. Décina, mancano tra i componenti dell’Authority che sono, economisti – è il caso del Presidente Angelo Marcello Cardani -, giuristi – è il caso dei Commissari Preto e Posteraro – o politici ed uomini di azienda come l’On. Antonio Martusciello.
La presenza di adeguate competenze tecniche costituirebbe un importante presidio di indipendenza dell’Autorità conferendole assoluta autonomia ed indipendenza di pensiero e valutazione ai piani più alti e, per questa via, la affrancherebbe dal rischio di essere tratta in errore – in assoluta buona fede – dalle pur legittime istanze lobbistiche di questo o quel soggetto, portatore di un determinato interesse di mercato.
L’indipendenza di un’Autorità, infatti, è funzione quasi matematica dell’autorevolezza dei suoi componenti che per poter governare un sistema devono conoscerne regole e dinamiche giuridiche e tecnologiche meglio di quanto non le conoscano i soggetti regolamentati.
E’ per questo che, per quanto curioso possa sembrare, pur da candidato, sarei lieto di perdere se la Camera dei Deputati eleggesse una persona dotata di professionalità e competenze specifiche – magari tecniche – superiori alle mie, consentendo così all’Autorità di essere davvero forte, autonoma, autorevole ed indipendente.
I nomi di tutti i candidati non sono sfortunatamente noti giacché la procedura elettorale non ne prevede una disclosure ma, tra quelli noti, non faccio fatica ad individuare nel Prof. Antonio Sassano, Ordinario presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università La Sapienza e grande esperto di telecomunicazioni e media, un candidato la cui elezione, vivrei come una vittoria nella certezza che apporterebbe all’Authorithy un contributo di professionalità e competenza maggiore rispetto a quello che, probabilmente, potrei portarvi io.
Ma che si tratti di Antonio Sassano o di chiunque altro, l’importante è che la Camera dei Deputati faccia la sua scelta sulla base dei curricula e rifuggendo dall’applicazione di qualsivoglia formula matematico-politica estratta dal manuale Cencelli.
Non si può sperare di cambiare il Paese ed uscire dalla crisi restando legati a certe abitudini clientelari ed antimeritocratiche che antepongono i calcoli di partito ed i bilanciamenti politici all’interesse superiore dei cittadini che è, evidentemente, quello di avere le persone migliori sedute sulle poltrone dalle quali si disegna il futuro del Paese.
E’ per questo che mi candido ma mi auguro che la Camera dei Deputati elegga qualcuno – come ce ne sono tanti – più adatto di me.