Letta a Berlusconi: “Il ‘cupio dissolvi’ non porta a niente”
E’ in visita a Malta, ma le domande dei cronisti lo riportano continuamente alle vicende italiane e ai rischi cui sarebbe continuamente sottoposto il suo governo da destra. Così Enrico Letta interviene: “Continuo a non vedere quali alternative serie per il paese ci siano intorno al cupio dissolvi: non porta a niente e oggi far scendere l’aereo non serve a nessuno e non cambia niente neanche al Pdl”.
“Cupio dissolvi” alla lettera vuol dire “desidero essere sciolto”, “voglio morire”; attribuito a Berlusconi, peraltro, dovrebbe essere “Cupio dissolvere“, perché ad annullarsi non sarebbe il Cavaliere, ma l’esecutivo di cui personalmente non fa parte pur avendo votato al fiducia il 2 ottobre e la maggioranza che – a suo dire – lo starebbe “uccidendo”, in particolare con il voto sulla decadenza.
“Capisco che ci sono delusioni – ha precisato Letta – ma il cupio dissolvi non porta a niente”. Per il presidente del consiglio l’orizzonte non è il voto sulla decadenza o un’altra scadenza ravvicinata, ma “tutto il 2014 con la legge di stabilità che deve dare i suoi effetti: mischiare due vicende non porta da nessuna parte, l’ho sempre detto anche a Berlusconi”. La vicenda personale del Cavaliere, dunque, per Letta dev’essere necessariamente distinta da quella del governo: “Se non si separano, non c’è guadagno per nessuno ma solo un avvitamento della crisi. Su questo sono molto determinato”.
Tornando a parlare della legge di stabilità, il premier ha detto di lavorare per un suo miglioramento al Senato, “per un 2014 e obiettivi per cui voglio essere giudicato al termine di un percorso, alla fine anno prossimo”: gli obiettivi coincidono con la discesa di “deficit, debito, tasse e spesa” e con progressi sul piano della crescita e dell’occupazione. Alla fine di quel percorso per Letta ci sarà “un giudizio ed una valutazione”: come a dire che questo è l’unico giudizio che gli interessa e che vuole durare per lo meno fino alla fine del 2014.
Non si fa attendere la risposta di Daniele Capezzone (Pdl), presidente della commissione Finanze della Camera: “E’ francamente incomprensibile che il premier Letta prosegua in una sequenza di dichiarazioni provocatorie contro un leader che ha consentito la nascita e consente la durata del suo Governo. E’ strana questa ‘inversione dell’onere della prova’: si vuole caricare sulle spalle di Berlusconi quello che invece è un doppio atto ostile da parte della sinistra nei suoi confronti: per un verso, con le tasse sulla casa, e per altro verso con il voto sulla decadenza”.
E la citazione del cupio dissolvi a Capezzone non è piaciuta: “Forse da parte di Letta si tratta di una osservazione autocritica, considerando le rilevazioni sul tasso di soddisfazione degli italiani verso la legge di stabilità partorita dal Governo”.
Gabriele Maestri