USA2020, in South Carolina un seggio del Senato mai così conteso

Pubblicato il 22 Ottobre 2020 alle 15:52 Autore: Lorenzo Amarotto

Con tutta probabilità, il 3 novembre la maggioranza degli elettori del South Carolina voterà per il Presidente uscente Donald Trump. C’è però chi è pronto a scommettere che per l’elezione del Senato federale i Democratici siano competitivi e che il candidato Jaime Harrison abbia reali chances di vittoria sul senatore uscente Lindsey Graham, un repubblicano dalla lunga carriera a Washington e potente chairman della Commissione Giustizia del Senato.

Obiettivo dei Democratici, dunque, non ripetere l’esperienza di Beto O’Rourke, che due anni fa, durante la sua corsa senatoriale in Texas, suscitò forte entusiasmo a livello nazionale e raccolse cospicui finanziamenti, senza però riuscire a sconfiggere il repubblicano Ted Cruz.

Background

Il South Carolina – soprannominato Palmetto State per la coltivazione della palma – è a tutti gli effetti uno stato del “Profondo Sud”. Prevalentemente democratico fino alla legislazione sui diritti civili, alle Presidenziali premia i Repubblicani dal 1964, quando fu uno dei pochi Stati a votare per Barry Goldwater. Da allora l’unica eccezione è stata il 1976, quando il South Carolina fu vinto da Jimmy Carter, un democratico del Sud.

L’ultimo democratico fra i senatori federali dello stato fu invece Fritz Hollings, che si ritirò a vita privata nel 2005, concludendo una carriera quarantennale. Allo stesso modo, anche il governo statale è sotto il controllo dei Repubblicani. Al primo luglio 2019, il South Carolina contava 5’148’714 abitanti, buona parte dei quali concentrati nelle aree metropolitane di Greenville-Anderson Mauldin, Columbia e Charleston.

Densità di popolazione in South Carolina

A livello di composizione demografica, i bianchi rappresentano il 68,5% della popolazione, i neri il 27,1% e gli asiatici l’1,8%. Se i bianchi sono in prevalenza conservatori e tendono a preferire il Partito repubblicano, la comunità afroamericana rappresenta lo zoccolo duro dell’elettorato democratico in South Carolina. Non è un caso che l’elevata popolarità di Joe Biden fra gli afroamericani del Sud l’abbia aiutato a risollevare una campagna elettorale partita sottotono. Difatti, la vittoria delle primarie in South Carolina, spinta anche dall’endorsement dell’influente deputato Jim Clyburn, ha lanciato l’ex Vicepresidente verso un Supermartedì di grandi successi.

Joe Biden e Jim Clyburn (foto: Earl Gibson/Getty Images)

Quanto all’economia, il settore turistico (largamente incentrato sulla costa atlantica) è l’industria principale dello stato. Accanto al turismo, centrale è il ruolo del settore manifatturiero avanzato, grazie anche alla presenza di grandi stabilimenti di gruppi automobilistici nazionali ed esteri, quali BMW, Bridgestone, Magna, Mercedes-Benz e Volvo. Guardiamo ora più nel dettaglio ai profili dei due principali contendenti per il seggio del Senato federale in palio.

 

Lindsey Graham

Eletto per la prima volta al Congresso nel 1995, Graham sale agli onori delle cronache nazionali durante l’impeachment del Presidente Bill Clinton, quando svolge il ruolo di “House Manager” durante il processo contro il presidente in Senato. Nella prassi costituzionale statunitense, gli House Managers sono deputati che hanno votato a favore dell’impeachment alla Camera e che, quando le procedure passano al Senato, assumono le vesti della “pubblica accusa” di fronte ai senatori (giuria).

Lindsey Graham durante il processo di impeachment contro Bill Clinton

Passato al Senato federale nel 2003, forgia una solida unità d’intenti con John McCain, condividendone in special modo le linee di politica estera e di difesa. Descritto dai Tea Parties come un “repubblicano moderato”, Graham ha in realtà espresso posizioni politiche largamente riconducibili al mainstream del Grand Old Party, mostrandosi però aperto a lavorare in modo bipartisan e interessato a costruire un Partito Repubblicano “più inclusivo”.

E’ con questo pedigree che si candida alle Presidenziali del 2016, tirandosene fuori, però, prima dell’inizio delle primarie repubblicane. Durante la campagna elettorale di quattro anni fa, Graham è uno dei repubblicani d’alto profilo più critici nei confronti di Donald Trump“Penso sia uno svitato, penso sia un pazzo, penso sia inadeguato alla carica [di presidente, ndr]”, dichiara in un’intervista. “Ditegli di andare all’inferno, rincara in un’altra.

Una volta avviata l’Amministrazione Trump, tuttavia, rientra nei ranghi e poco a poco diviene un alleato chiave del Presidente a Capitol Hill. In politica estera cerca di mitigarne le pulsioni isolazioniste, specie nel quadrante mediorientale. Soprattutto, il suo ruolo si fa cruciale a partire dal 2019, quando assume la guida della potente Commissione Giustizia del Senato. E’ in tale ambito che si oppone risolutamente alla messa in stato d’accusa del Presidente votata dai Democratici della Camera e che presiede alla conferma delle nomine giudiziarie della Casa Bianca, fra le quali, oggi, Amy Coney Barrett, che i Repubblicani vogliono mandare alla Corte Suprema per occupare il seggio che fu di Ruth Bader Ginsburg.

Fra i suoi endorsements, Lindsey Graham può vantare i vertici del Partito Repubblicano a livello nazionale (Donald Trump e Mike Pence) e statale (il Governatore McMaster e i più alti funzionari del South Carolina), insieme al National Right to Life Committee.

 

Jaime Harrison

Studi a Yale e Georgetown, Jaime Harrison (44 anni) è impegnato in politica fin da giovane, prima come aiutante del deputato Jim Clyburn, poi come direttore esecutivo dell’House Democratic Caucus e infine come Vicepresidente e in seguito Presidente del Partito Democratico del South Carolina.

Le posizioni politiche di Harrison sono considerabili mainstream per l’odierno Partito Democratico. Si dichiara pro-choice in materia di aborto; è favorevole all’espansione di programmi di previdenza sociale come Social Security e Medicare; si oppone all’abbassamento delle imposte societarie; è favorevole all’utilizzo di fondi governativi per incentivare le energie rinnovabili e all’adozione di restrizioni sulle armi.

La prospettiva di mandare a casa un repubblicano di vaglia come Lindsey Graham ha infiammato gli animi dei Democratici su scala nazionale, che hanno versato sui conti bancari della campagna elettorale di Harrison somme di denaro senza precedenti per una corsa senatoriale. Nel solo terzo trimestre di quest’anno, i forzieri di Harrison hanno visto entrare 57 milioni di dollari, per un totale di 86 milioni da inizio campagna.

Numerosi gli endorsements per il democratico del South Carolina. Fra i più rilevanti figurano Barack Obama, Joe Biden, Hillary Clinton, Kamala Harris ed Elizabeth Warren. A favore di Harrison anche molte organizzazioni, tra cui il Congressional Black Caucus, Human Rights Campaign e Planned Parenthood Action Fund.

Unico candidato dei partiti minori, invece, è Keenan Wallace Dunham del Libertarian Party.

 

Cosa dicono i sondaggi in South Carolina

La maggioranza delle rilevazioni vede il senatore Graham in lieve vantaggio. Altre vedono i due contendenti in pareggio. La distanza fra i due, tuttavia, rientra spesso nel margine d’errore e dunque nella parità statistica. La partita è aperta.