Attacco frontale del M5S Alessandro Di Battista al viceministro dell’economia Stefano Fassina, “colpevole” di avere dichiarato che la proposta del MoVimento di introdurre il reddito di cittadinanza sarebbe priva dell’adeguata copertura finanziaria: “Quando personaggi mediocri attaccano le nostre proposte – sostiene – vuol dire che sono giuste”.
“Stefano ‘Fessina’, viceministro dell’Economia a sua insaputa (a quanto pare la legge di stabilita e’ stata scritta senza che lui ne fosse al corrente) si permette di criticare la proposta di reddito di cittadinanza del M5S – scrive Di Battista sul suo blog -. ‘Non ci sono le coperture’, sostiene il Fassina. Con voi al Governo, gentaglia di apparato, ovvio che non vi siano, se andate a casa ci saranno”.
Non è andata giù al deputato a 5 Stelle l’accusa al MoVimento di populismo, quando avrebbe potuto “rinunciare a parte dello stipendio, sostenere il taglio di folli spese militari al posto di spingere per una legge anti-corruzione e una sul conflitto di interessi, due provvedimenti che farebbero entrare nelle casse dello Stato miliardi di euro” e ancora “indignarsi con il suo Governo per l’indecente condono alle concessionarie del gioco d’azzardo”. La sentenza, per Di Battista, è scontata: “Il vaffanculo è d’obbligo in certi casi, non è turpiloquio: è rispetto per la dignità e per l’intelligenza del popolo italiano”.
Per la sua accusa il deputato stellato ripercorre la carriera del viceministro: “Il Fassina ovviamente rema contro il reddito di cittadinanza, lui ama quello di appartenenza, adora il reddito di appartenenza, ed è coerente con se stesso. Il Fassina e’ stato consulente dell’Inter-American Development Bank (Washington DC), dipendente del Fondo Monetario Internazionale, è stato consulente economico nei governi ombra del Pd, consigliere del noto Vincenzo Visco, dirigente del Dipartimento Affari Economici della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed ora è Viceministro nel Governo dalle ‘palle di acciaio’ dello Scendi-Letta del potere. Il nuovo che avanza!”.
Per chiudere il suo intervento, Di Battista parla del reddito di cittadinanza, una misura “presente in altri paesi europei e che l’Europa ci chiede di introdurre dal 1993”. Sottolinea che il merito di essere arrivati alla discussione alla Camera “di proposte civili e decisive per la sopravvivenza (di questo si tratta) del popolo italiano” è solo del M5S e dei comitati che spingono per il reddito di cittadinanza. “Se il Fassina dovesse votare contro questa nostra proposta – conclude – non sarà perché manca la copertura ma perché vuole una copertura alle sue nefandezze e a quelle dei suoi alleati del Popolo della Libertà. Meglio coprire i fallimenti della casta, senza coperture i cittadini la spazzerebbero via”.
Gabriele Maestri