Il ciclone Hayan è stato il più forte di sempre a colpire l’arcipelago delle Filippine: lo scenario che si è lasciato alle spalle è di morte e devastazione senza precedenti. Sono 23mila le case distrutte, 4 milioni i bambini colpiti dal tifone di forza 5 (scala Saffir-Simpson) e bisognosi d’aiuto, 620 mila gli sfollati.
La città di Tacloban, capoluogo dell’isola di Leyte cioè quella maggiormente colpita dalla furia di venti a 300 km/h e di onde alte 6 m, è stata rasa al suolo: le condizioni delle strade e dei trasporti sono proibitive, le comunicazioni avvengono esclusivamente via radio.
Il bilancio delle vittime è destinato a salire, per ora si contano 10mila morti, moltissimi i dispersi e gli irreperibili, sono ancora molte le aree del paese che risultano inaccessibili, le strutture sanitarie non permettono il ricovero dei feriti e le cure.
I testimoni raccontano che “i sopravvissuti si aggirano per le strade in preda alla disperazione e alla fame”: si assaltano i negozi rimasti in piedi, si stanno verificando violenze e scontri per accaparrarsi quello che resta dei beni di prima necessità come acqua, cibo ma anche vestiti e coperte. Il Presidente Benigno Aquino pensa di proclamare la legge marziale contro gli sciacalli che svaligiano i negozi armi alla mano.
Dal Pentagono, Chuck Hagel, ha reso noto che il contingente americano nell’Oceano Pacifico porterà aiuti e beni di primo soccorso a Manila e supporterà anche le operazioni di ricerca in mare.
Anche Ban Ki Moon sollecita le agenzie umanitarie dell’ONU a predisporre l’intervento: l’UNICEF Supply Division ha già stanziato 60 tonnellate di beni di prima necessità, ripari, kit medici e sanitari oltre a strumenti per la depurazione dell’acqua che, tramite ponte-aereo, arriveranno martedì 12 Novembre. Si mobilitano anche l’OMS e la Comunità Europea.
Dal Vaticano arriveranno nelle zone maggiormente colpite 150 mila dollari: “prima e immediata espressione concreta dei sentimenti di spirituale vicinanza e paterno incoraggiamento del Papa, nei confronti delle persone e dei territori devastati dalle inondazioni”. La somma verrà ripartita dalla Chiesa Locale.