L’altolà di Fassina: “No a terapie shock”
“E’ irricevibile la richiesta di una terapia shock. Nessun governo nazionale può farla”. A dichiararlo e niente di meno che il vice ministro dell’economia, Stefano Fassina (Pd). La legge di stabilità 2014 non rimetterà a posto completamente la situazione dell’economia reale, anche perché bisogna tener conto dei vincoli di finanza pubblica e delle politiche economiche dell’eurozona: sono impegni troppo stretti.
Fassina, oggi presente in Commissione Bilancio del Senato, ha parlato ai giornalisti dello stretto legame tra rilancio economico di un singolo stato dell’Ue e la politica economica dell’Unione: “nessuna economia nazionale può avere una crescita in grado di recuperare occupazione senza correggere radicalmente la politica dell’Eurozona. La rotta va rivista”.
Punzecchiato sulla ‘no tax area’, ovvero sulla modifica della normativa riguardo l’esenzione fiscale per i redditi fino a 12.000 euro, il vice ministro ha dichiarato “valuteremo gli emendamenti; oggi non ne abbiamo parlato”. Sull’Irpef, invece, ha affermato di essere disponibile, come il governo, “a fare miglioramenti sulla legge di stabilità, in particolare sull’Irpef, per irrobustire il potere d’acquisto delle famiglie più in difficoltà”.
Il bilancio sulla Legge di Stabilità è comunque positivo sia per gli inquilini di via XX settembre che per il Governo. Inoltre la legge deve passare al vaglio degli innumerevoli emendamenti presentati in Parlamento. Il margine di miglioramento, richiesto dalla Confcommercio ieri, dalla Cgia nei giorni passati come dai sindacati, c’è. E lo stesso Fassina ricorda che “è la prima volta in 12 anni che viene fatta una manovra anticiclica, con un indebitamento programmatico che è maggiore del tendenziale“.
Daniele Errera