Sondaggio Demopolis per Ottoemezzo, la legge di stabilità è troppo debole
13/11/2013 – L’ultimo sondaggio condotto da Dempopolis per il programma di La7 Ottoemezzo si occupa principalmente della legge di stabilità, proprio quando sta per iniziare il suo percorso parlamentare. Come già noto, gli Italiani non giudicano positivamente il provvedimento presentato il mese scorso dal Governo Letta, ma le valutazioni a riguardo sono prettamente negative: solo il 23% degli intervistati ne da un giudizio positivo, mentre il 20% non sa rispondere e il resto dei rispondenti è del tutto contrario alla nuova legge.
Non tutti gli interventi previsti sono però detestati dagli Italiani: tra quelli più apprezzati, spuntano in particolare i tagli alle tasse sul lavoro, graditi dal 45%, ma anche gli incentivi per le ristrutturazioni e quindi gli eco-bonus sulla casa (33%) e il fatto che si sia evitato di tagliare nuovamente la Sanità (30%). Oltre il 60% degli Italiani è invece particolarmente contrario ad alcune mancanze della legge di stabilità, come l’assenza di investimenti che rilancino l’economia (64%), la debolezza delle politiche che aiutino l’occupazione (67%) ma soprattutto una riduzione della pressione fiscale insufficiente, per di più abbinata alla reintroduzione della tassa sulla casa che andrà a sostituire l’IMU (73%).
Se il Governo non è riuscito a fare delle scelte abbastanza incisive sul fronte dell’economia, il problema secondo gli Italiani è principalmente l’anomalia della maggioranza parlamentare: secondo il 63% degli intervistati da Demopolis, le “larghe intese” prevedono un sostegno da parte di forze troppo diverse come PD e PDL che alla lunga non possono che avere interessi divergenti. Sono molti meno (27%) gli Italiani che trovano la motivazione della debolezza nelle scelte economiche nei vincoli di bilancio imposti dall’UE, che contribuiscono a ridurre le risorse disponibili, mentre il 10% giudica le strategie ma anche le competenze del Governo come inadeguate.
Tra le spese che gli Italiani vorrebbero ridurre per recuperare nuove risorse e quindi evitare di aumentare la pressione fiscale, non sorprende che i costi della politica siano al primo posto, con ben l’81% delle citazioni. Ai tagli per le spese del Parlamento, delle Province e degli altri organi dello Stato seguono quelli alle pensioni d’oro, che dovrebbero essere ridotte secondo il 64% degli intervistati, ma anche una migliore organizzazione dei costi nella Pubblica Amministrazione (60%) ed una riduzione delle spese militari (51%).