Paolo Becchi sul blog di Grillo: “Il M5S non è populista”
È ufficialmente cominciata la campagna elettorale del Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni europee di giugno. Infatti, proprio oggi, il blog di Beppe Grillo ha aperto con l’intervento di Paolo Becchi, controverso ideologo del M5S e professore di filosofia del diritto all’Università di Genova.
Il post del docente ligure indica ai futuri europentastellati la linea da seguire per la costruzione di “un’Europa dei popoli e non delle oligarchie finanziarie”. A questo proposito, Becchi ha approfittato del suo spazio per rispondere alle accuse dei detrattori dei 5 Stelle che bollano come populiste le proposte del MoVimento: “I partiti tradizionali di tutta Europa hanno dato un nome a questo nemico, è populismo, e la sua versione italiana è il M5S”, ha attaccato il filosofo.
Ma “il populismo non esiste – ribatte Becchi –, esistono i populisti, che tra loro non hanno, talvolta, nulla in comune, e che possono esprimere, di volta in volta, movimenti radicali di protesta, forme politiche reazionarie”. E, parafrasando lo scrittore francese Jean-Claude Guillebaud, spiega: “Il termine populismo designa in modo vago ogni pensiero che si allontana dall’ortodossia monetaristica liberale”.
In sostanza Becchi rifiuta l’idea di un’Unione germanocentrica e neoliberista, asservita ai poteri forti della finanza internazionale: “Il populismo non è che il nome retorico del malessere di un’Europa malata, l’Europa dei banchieri della speculazione finanziaria, del partito unico dell’Euro che sta riducendo alla fame milioni di cittadini europei”. Da questo assunto è nato il desiderio di costruire un’altra Europa, più solidale e popolare: “È di questo che hanno paura i poteri forti – si dice convinto il filosofo genovese – e sarà proprio il M5S a imporre quest’idea al Parlamento europeo”.
In chiusura, Becchi esclude che nel breve termine possano esserci elezioni anticipate: “In Italia si teme che il Movimento 5 Stelle possa bissare il successo ottenuto a febbraio e guidare così per un semestre il Consiglio dell’Ue”. Poi si congeda con una riflessione del filosofo statunitense John Rawls: “Mi sembra che molto sarebbe perduto se l’Unione europea diventasse un’unione federale come quella degli Stati Uniti […] Un ampio mercato aperto che includa tutta Europa rappresenta l’obiettivo delle grandi banche e della classe capitalista, il cui principale obiettivo è semplicemente quello di realizzare il più alto profitto”.
Nel segno di Rawls e Becchi, i pentastellati si preparano ad “aprire come una scatoletta di tonno” anche il parlamento di Bruxelles. Ma non chiamateli populisti.