Sul congresso Pd pubblichiamo la seconda parte dell’analisi di Giovanni Laccetti che passa al microscopio le parole con cui i candidati si propongono a guidare il loro partito. Dati offerti per capire meglio e, volendo, scegliere. Dopo Renzi e Cuperlo, stavolta tocca a Pippo Civati e Gianni Pittella.
Alla vigilia di un Congresso del PD che si preannuncia all’insegna del “chi rompe paga e i cocci sono suoi”, ho scoperto che un indice di leggibilità tira molto più di un carro di buoi. C’è un grande interesse intorno alle scelte linguistiche dei candidati e alcuni amici mi hanno chiesto di completare il lavoro che avevo fatto sugli appelli al voto mandati via mail da Renzi e Cuperlo integrandolo con alcune note anche su Pittella e Civati.
Ebbene, dal punto di vista della forma Pittella punta su un messaggio molto breve, di appena 1240 caratteri, contro i 3158 di Civati (calcolati escludendo il sondaggio in calce; ricordiamo che Renzi aveva scritto 5228 caratteri, e Cuperlo ne aveva infilati 5007). Renzi resta il migliore per quanto riguarda la semplicità della comunicazione: la difficoltà del testo di Pittella, secondo l’indice Gulpease, è del 47,7% (per comprenderlo ci vogliono almeno quindici anni e mezzo), mentre con il testo di Civati si sentirebbe a suo agio un sedicenne (Gulpease 49,3%). La lunghezza delle frasi avvicina lo scritto di Pittella a quello di Cuperlo (5 frasi ogni 100 parole, contro le 5,3 di quest’ultimo) e allontana Civati da tutti gli altri: il candidato preferisce infatti frasi molto lunghe, generalmente evitate nella comunicazione politica, concludendo appena 3,6 frasi ogni 100 parole.
Dal punto di vita del contenuto, il breve scritto di Pittella è interamente incentrato su PD, e dunque sul Congresso: solo 2 frasi su 11 non parlano di Partito Democratico ma di visione del Paese più in generale, e sempre in relazione a dibattiti che hanno animato o animano il PD. La richiesta di sostegno non contiene la parola “vittoria”: la frase chiave è “Ti chiedo di sostenermi, perché la mia candidatura aggiunge una posizione chiara, netta, radicale al dibattito congressuale”.
Anche Civati è tutto sul Congresso: solo 7 frasi su 22 non ne parlano direttamente. Rispetto a Pittella sembra più intenzionato a coinvolgere chi legge in un progetto di cambiamento, al punto da inserire in calce un questionario (non recensito in questa sede per uniformare le valutazioni) che richiede il parere degli iscritti su temi di politica nazionale e questioni interne al PD.
Civati, insomma, prova concretamente a vincere, e le cinque parole che emergono dal suo scritto, in ordine di rilevanza, sono: elettore, alternativa, campagna, sinistra e candidato.
Il testo di Pittella è troppo breve per estrarre cinque termini rilevanti: dobbiamo accontentarci di partito, candidato e futuro.
* Le analisi linguistiche all’interno di questo articolo sono state realizzate con il software READ-IT, sviluppato da Italia NLP Lab – www.italianlp.it, Istituto di Linguistica Computazionale “A. Zampolli” (ILC) – www.ilc.cnr.it, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), area di Pisa.