Alitalia Air France “no al piano industriale”. Riduzione flotta e possibili esuberi personale sono i pilastri del piano Del Torchio.
Partner ma divisi. Si parla di Alitalia ed Air France. Una lunga storia di ‘amore et odio’, quasi fosse un tira e molla. La compagnia francese ha deciso di non sottoscrivere l’aumento di capitale di Alitalia, ma comunque resterà partner della compagnia aerea italiana. Già da ieri, mercoledì 13 novembre, era arrivato il ‘no’ al nuovo piano industriale, attraverso la nota ribadita quest’oggi: “i rappresentanti del gruppo Air France-Klm nel Consiglio di amministrazione dell’Alitalia hanno apprezzato le modifiche al piano industriale, ma non le hanno ritenute sufficienti, soprattutto sul fronte della ristrutturazione del debito”. Il vettore francese, partner al 25%, ha concluso la nota con la volontà di ”convertire le obbligazioni convertibili, dopo l’aumento di capitale. Questa operazione consentirà di migliorare i fondi di Alitalia, mantenendo stretti legami con la partecipazione di Air France-Klm al capitale di Alitalia”.
Questo non significa però la fine della collaborazione Alitalia – Air France/Klm, anzi. In cima alle possibilità però vi è la ricerca di un nuovo socio industriale, visto che per il vettore transalpino “le necessarie misure di ristrutturazione finanziaria non sono ancora soddisfatte”. Nonostante questo il Cda Alitalia ha deciso di far slittare al 27 novembre il termine per aderire all’aumento: questo per un possibile cambio d’opinione francese, ma anche per far luce su cosa deciderà l’assemblea di Poste, in programma mercoledì 20.
Il piano Del Torchio, bocciato appunto da Air France, si incentra su più temi. Anzitutto prevede una riduzione del numero convogli di medio raggio della flotta aerea, mantenendo però le ore di volo. Il che, riassunto, significa un utilizzo maggiore degli aeroplani rispetto al passato.
Il tema più caldo è però quello degli esuberi: il vice presidente Salvatore Mancuso ha dichiarato che “il piano industriale si basa sulla ricerca di una accresciuta efficienza nella gestione delle attività e su un miglioramento della capacità di competere sul mercato anche attraverso una severa riduzione dei costi”. Non è stata nominata, quindi, la parola esuberi. Lo spettro di licenziamenti e di nuova Cassa Integrazione Guadagni sembra però alle porte. La prima, secca e lapidaria, replica è arrivata dal segretario generale della Uil: “banalmente non accetteremo esuberi. Il problema Alitalia è il fatturato dell’azienda, che non riesce a crescere. E gli esuberi non sono la soluzione». Un nuovo autunno infuocato sembra profilarsi per quello che fu il fiore all’occhiello italiano.
Daniele Errera