Veronesi:” La carne è cancerogena”. Studi lo confermano

Pubblicato il 14 Novembre 2013 alle 15:45 Autore: Marco Caffarello
Umberto Veronesi

E’ stato da poco pubblicato l’ultimo lavoro editoriale di Umberto Veronesi. Sotto accusa il consumo delle carni lavorate perchè cancerogene. Uno studio americano conferma infatti che cibarsi di carne lavorate è alla base di varianti genetiche da cui poi possono derivare forme tumorali per il Colon-retto. Un’altra ricerca accusa, invece, il consumo, l’esposizione e la lavorazione del pollame, causa di tumori per il Fegato e per il Pancreas. L’incidenza della carne bianca per lo sviluppo del tumore degli organi addominali e di nove volte superiore al fumo.

Veronesi

 

E’ da poco stato pubblicato per la casa editrice Giunti Editore l’ultimo libro di Umberto Veronesi, dal titolo “Verso la scelta vegetariana. Il tumore si previene…anche a tavola”, un lavoro del famoso medico chirurgo che farà molto discutere l’opinione pubblica. Veronesi, infatti, noto alla comunità scientifica per il suo impegno nella ricerca contro il cancro, teorizzatore della cd. Quadrantectomia, uno specifico modo di trattare per via chirurgica il cancro della Mammella e per essere stato, tra le tante cose, il fondatore nel 2003 della fondazione che porta il suo stesso nome, La Fondazione Umberto Veronesi per l’appunto, che si prefigge come obiettivo la promozione del progresso della scienza attraverso l’erogazione di borse di ricerca per medici e ricercatori e il sostegno a progetti di altissimo profilo, e al ‘grande pubblico’ per il suo impegno politico che lo ha visto dal 2000 al 2001, nell’allora governo Amato, ricoprire la carica di Ministro della Salute, storiche anche le sue battaglie contro il fumo, e dal 2008 al 2011, gli anni della XVI Legislatura, in qualità di senatore della Repubblica, così scrive chiaramente nel suo ultimo progetto editoriale, di cui riporto un ampio passo:

La carne è cancerogena… ed è anche causa di quasi tutte le malattie degenerative, eliminatela o limitatene il consumo. Molti mi chiedono il motivo per cui le popolazioni non sono informate su questo, perché i medici non ne parlino e perché l’opinione comune è di tutt’altra realtà. 
La base è che viene fatta un informazione errata, dalle università alle riviste medico scientifiche. 
I professori nelle università insegnano cose errate sull’argomento alimentazione, gli studenti a loro volta insegneranno non in maniera corretta i loro futuri alunni o pazienti e così via. 
Le riviste medico scientifiche più accreditate sono sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche e pubblicano solo ciò che è consentito loro di pubblicare o ciò che è imposto loro dalle suddette multinazionali.
 Molti medici e ricercatori, sulla base anche di numerose ricerche, per la maggior parte “insabbiate”, sono coscienti degli effetti dannosi del consumo di carne, ma hanno le mani legate. 
Io, che sono uno scienziato di fama internazionale, posso prendermi il lusso di fare queste affermazioni, se lo facessero loro, probabilmente, non lavorerebbero più.

Le parole che Veronesi pronuncia pesano come pietre; egli, infatti, sostiene non solo la ‘verità scientifica’, ossia che la carne provoca il cancro, ma adduce anche una ‘ sinistra responsabilità’ mediatica, colpevole, a suo dire, di non informare correttamente ‘la massa’. Così, infatti, poi prosegue: “ L’industria alimentare e le multinazionali farmaceutiche viaggiano di pari passo, l’una ha bisogno dell’altra e queste due entità insieme, generano introiti circa venti volte superiori a tutte le industrie petrolifere del globo messe insieme… potete quindi ben capire che gli interessi economici sono alla base di questa disinformazione.
 Se tenete conto che ogni malato di cancro negli stati uniti fa guadagnare circa 250.000 dollari a suddette multinazionali, capirete che questa disinformazione è voluta ed è volta a farvi ammalare per poi tentare di curarvi”. Che dire?

Bisogna dire che a tal riguardo che la letteratura scientifica dice tutto e il contrario di tutto: c’è chi, infatti, distingue l’alimentazione tra carni bianche e carni rosse, c’è chi sostiene come la carne di pollame sia più pericolosa della carne rossa, c’è chi fa ricadere tutte le colpe nella ‘lavorazione’ della carne in sé, c’è chi incolpa la ‘cottura’, e c’è chi ritiene che tutto ciò che si dice a riguardo siano solo delle chiacchiere.

Bisogna tuttavia ammettere che buona parte della ricerca scientifica dà sostegno alle parole di Veronesi; è il caso, ad esempio, di uno studio della Keck School of Medicine, secondo il quale l’alimentazione di carne lavorata sarebbe alla base di varianti genetiche, causa di cancro al ‘Colon-retto’. La ricerca, presentata alla conferenza annuale della American Society of Human Genetics, a conti fatti il più grande meeting di genetisti al mondo, sostiene infatti che cibarsi di carne rossa e lavorata, quali sono ad esempio gli insaccati, salsicce,wusterl,mortadella, salumi, ec, stimola una variazione genetica che colpirebbe, sostengono, una persona su tre, alla base della genesi di cancro del Colon-retto. La ricerca oltre ad identificare il gene su cui ricade la responsabilità di contrarre il cancro attraverso il consumo delle carni rosse e trasformate, dimostra che l’alimentazione di verdure e di frutta è alla base di un’altra variante genetica specifica che sembra ridurre per analogia il rischio di tumora del colon-retto.
La dieta è un fattore che può modificare il tasso di rischio di cancro del colon-retto. Il nostro studio è il primo a comprendere se alcuni individui sono a un più alto od un più basso rischio in base al loro stesso profilo genomico. Queste informazioni possono aiutare a capire meglio la biologia e forse in futuro portare a mirate strategie di prevenzione.” sostiene Jane Figueiredo,

assistente professore di medicina preventiva presso la Keck School of Medicine.

Da un punto di vista scientifico dovrebbero stare ‘attenti’ a non mangiare troppa carne tutti coloro che hanno nel proprio profilo genetico il gene GATA3, responsabile secondo l’equipe della mutazione genetica rs4143094, quella poi condurrà allo sviluppo del tumore del colon-retto: un gene, si badi bene, appartenente al 36% della popolazione mondiale. L’ipotesi dei ricercatori è che il consumo elevato della carne lavorata possa provocare durante la digestione un’errata risposta del sistema immunitario che in quanto tale dà origine a masse tumorali del colon-retto.

Un’altra ricerca americana ancora una volta dà ragione alle teorie di Veronesi: sotto accusa la carne bianca. Lo studio, pubblicato in Italia dalla ‘Società Scientifica di nutrizione Vegetariana‘, dimostra infatti che la carne di pollo è alla base di forme tumorali del Fegato e del Pancreas non solo per il consumatore in sè, ma, si evidenzia, anche per coloro che nell’industria avicola vi lavorano. Dallo studio emerge che il consumo, ma anche la stessa esposizione e lavorazione prolungata alla carne di pollame, aumenta notevolmente il rischio di contrarre forme tumorali per i due organi addominali, ciò perchè nella carne bianca si troverebbero dei virus capaci di danneggiare la regolarità delle funzioni genetiche, generando così il tumore. Una scoperta che si deve al monitoraggio di circa 30mila persone, tra consumatori ed addetti ai lavori, che dimostra come la probabilità di contrarre tumori per i due organi addominali derivanti dal consumo, esposizione e lavorazione delle carni di pollame sia maggiore persino del fumo di ben nove volte. Così, infatti, è dichiarato da un ricercatore dell’equipe, parole pubblicate dalla Società Scientifica di nutrizione Vegetariana‘:” Giusto per contestualizzare questo dato, il fattore di rischio che viene studiato con maggior attenzione nel cancro del pancreas, uno dei tumori più letali, è il fumo di sigaretta. Anche se una persona fuma per oltre 50 anni, anche in tal caso, la probabilità di cancro del pancreas è “soltanto” raddoppiata. Le persone che macellano il pollame sembra che abbiano un aumento di probabilità di contrarre il tumore pari addirittura a nove volte.

Per quanto riguarda il tumore del fegato, la causa più conosciuta, e anche la più studiata, è l’alcol. Le persone che consumano più di quattro bicchieri di alcolici al giorno triplicano la probabilità di sviluppare un tumore al fegato. Come avviene per il tumore del pancreas, la macellazione del pollame sembra che aumenti di nove volte la probabilità di contrarre il cancro al fegato.In conclusione: malgrado gli elevatissimi rischi di tumori mortali, al contrario di quanto avvenuto per l’amianto, non aspettiamoci dei divieti per la catena di fast food Kentucky Fried Chicken”, conclude. Sono certo che c’è chi riterrà che tutto ciò che qui si dice sono solo delle chiacchiere.

http://www.eurekalert.org/pub_releases/2013-10/uosc-102213.php

http://fisiomedicine.wordpress.com/2013/11/14/veronesi-la-carne-e-cancerogena-uno-studio-lo-conferma/#more-1048

 

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