I dati Istat fotografano con dovizia di particolari il momento tutt’altro che roseo che sta vivendo l’economia italiana. L’istituto nazionale di statistica mette in evidenza come nel terzo trimestre del 2013 si sia verificato un calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dell’1,9% nei confronti del terzo periodo del 2012.
Il trimestre scorso il calo era stato, rispetto ai tre mesi precedenti, dello 0,3%. La variazione acquisita per il 2013 è quindi pari a -1,9% (il Governo e la stessa Istat stimano un -1,8%). Da ciò si evince come il Pil del belpaese sia in flessione congiunturale da 9 mesi consecutivi, anche se il calo ha diminuito l’entità.
Dati in controtendenza rispetto a quelli dell’Unione europea, forniti da Eurostat, che fanno registrare un andamento positivo del prodotto interno lordo, seppur inferiore rispetto ai progressi del trimestre precedente: secondo le statistiche comunitarie, infatti, il Pil è salito dello 0,1% nell’Eurozona e dell’0,2% nei 28 paesi appartenenti all’Unione.
Notizie più incoraggianti per l’Italia arrivano invece dal fronte spread, che continua a calare: il differenziale tra i btp e i bund tedeschi si è fermato a 237 punti basi, contro i 239 dei bonos spagnoli.
“Sono dati che conoscevamo, l’ultimo mese è migliore degli altri. Non richiedono nuove misure” ha dichiarato con moderata soddisfazione il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, parlando da Bruxelles.
Manager italiani tra i più pagati al mondo – Insieme ai poco incoraggianti dati pubblicati dall’Istat, arriva lo studio dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) sugli stipendi dei manager, che riporta numeri che dovrebbero far riflette.
Secondo l’Ocse infatti, i manager pubblici italiani percepiscono uno stipendio medio di 650.000 dollari all’anno, quasi tre volte la media Ocse, che si ferma a 232.000. Secondi, ma largamente staccati, i manager neozelandesi, che portano a casa circa 397.000 dollari.
I dati italiani colpiscono e inquietano, soprattutto se rapportati a quelli di altri paesi del G8: basti pensare che in Francia un dirigente dello stesso livello guadagna in media 260.000 dollari all’anno, in Germania 231.000 e in Gran Bretagna 348.000. Negli Stati Uniti, la retribuzione media è di 275.000 dollari. L’Italia, dunque stacca tutti.
È opportuno tenere a mente, dunque, che nel nostro “Belpaese” le caste sono più d’una.