La notte non ha portato consiglio e anche in queste ore la trattativa tra lealisti e alfaniani resta in alto mare. Silvio Berlusconi ancora non ha deciso sul da farsi e sembra ormai inevitabile la resa dei conti finale al Consiglio nazionale di domani. I pontieri si danno da fare per tentare l’ultima mediazione con il Cavaliere che vuole evitare una scissione. Sul tavolo c’é l’ipotesi di una nota-appello del leader azzurro per richiamare tutti al senso di responsabilità e ritrovare l’unità necessaria per scongiurare il peggio. Vediamo domani chi vuole davvero rompere, sarebbe stato il ragionamento fatti con i suoi dall’ex presidente del Consiglio. Dopo l’incontro tra Lupi Alfano e il Cavaliere avvenuto questo pomeriggio, i mediatori starebbero lavorando, il condizionale è d’obbligo, alla convocazione urgente di un ufficio di presidenza del Pdl alle ore 21 di stasera per modifiche al documento da proporre al Consiglio Nazionale, in particolare sul nodo della stabilità del governo in caso di decadenza di Berlusconi.
Le parole di Fitto prima del consiglio nazionale Pdl – Il leader dei lealisti Raffaele Fitto ribadisce quanto detto nei giorni scorsi: il Pdl non starà al governo con un partito che vota la decadenza di Silvio Berlusconi. “Mi auguro che, se c’è l’interesse a sostenere il governo, non ci si ponga il problema solo dalla parte del Pdl-Fi”. “La questione la giriamo al Pd: la responsabilità è tutta del Pd, perché avrebbe dovuto porsi il problema che per compiere un percorso politico insieme nell’interesse del Paese bisogna avere un atteggiamento serio e responsabile”. “Domani – continua Fitto – parlerà Berlusconi e poi ci sarà un dibattito, non c’è dubbio che sarà così. Tutti quelli che ritengono di condividere o meno il documento avranno la possibilità di alzare il dito e dirlo. Leggo che ci potrebbe essere una non partecipazione, allora io dico: riuniamo l’organismo del partito, che facciamo? Partecipiamo. C’è una potenziale minoranza che dice, o si fa ‘a’ e ‘b’ e ‘c’ o non partecipiamo -ha spiegato ancora Fitto-. Chiedo, in quale altro partito si può ipotizzare l’idea che il dibattito interno possa vedere la minoranza che dice: o è così o non partecipo? Se è cosi siamo all’inversione della logica democratica”.
Formigoni “Sono stati i falchi a decidere la scissione” – “Attendevamo una risposta stamani ma non c’è stata. A questo punto mi pare che il dado sia tratto. Sono i falchi che hanno inchiodato Berlusconi e hanno deciso per tutti.” Roberto Formigoni, senatore alfaniano, assegna la responsabilità della scissione ai lealisti di Fitto. Il quotidiano online Intelligonews lo ha interpellato pochi minuti prima della riunione degli innovatori che, a meno di sorprese dell’ultimo minuto, sancirà la separazione tra Alfano e Berlusconi. “Abbiamo posto alcune condizioni chiarissime per partecipare al Consiglio nazionale che Alfano ha illustrato a Berlusconi nell’incontro di martedì sera: un documento molto ampio e dettagliato che garantisca due elementi di fondo. Primo: che nella nuova Fi ci sia una struttura democratica; riconosciamo la leadership di Berlusconi ma tutti gli incarichi di partito, le candidature e le cariche monocratiche devono essere fatte con lo strumento delle primarie. Secondo: la permanenza nel governo di larghe intese fino al 2015 secondo gli impegni assunti col voto di fiducia di maggio e quello del 2 ottobre. Se ci fosse stata entro le 12 di oggi una risposta chiara, definitiva ampia in questo senso, noi avremmo accettato di entrare nel partito nuovo. Ma non c’è stata stanotte e non c’è stata stamani. Noi ci stiamo per riunire e prenderemo le nostre determinazioni”. E se sarà scissione, per Formigoni a provocarla sono i falchi perché “la loro rigidità ha impedito la ricomposizione e l’unità del partito”.
Berlusconi “Avessi il passaporto me ne andrei ad Antigua” – Secondo i retroscena Berlusconi “diceva di voler cambiare aria per evitare la tortura politica di queste ultime ore”. Se non arriverà entro mezzogiorno di oggi un’intesa con gli “alfaniani sarà impossibile fermare la rottura e Berlusconi – ormai circondato dalla sua stessa maggioranza – dovrà decidere l’entità dello strappo: una separazione violenta da quelli che diventeranno a tutti gli effetti dei “traditori” o una separazione consensuale con gli “amici” che saranno compagni di strada del futuro centrodestra. Questo voleva dire Alfano quando – parlando del battesimo di Forza Italia – ha spiegato che “o sarà la festa di tutti o eviteremo di rovinare la festa al nostro presidente”. Se sarà una festa lo sapremo domani. E da domani sarà più evidente anche l’eventuale scissione.
Pdl a Grasso, “Tornare su irregolarità giunta” – La senatrice Elisabetta Alberti Casellati, insieme a tutti i colleghi del Pdl (Gasparri, Gentile, Malan e Mussolini), della Lega (Calderoli, Stucchi) e del Gal (Barani) che fanno parte del consiglio di presidenza, hanno presentato una richiesta formale al Presidente Grasso per una immediata convocazione di un nuovo consiglio di presidenza al fine di verificare le gravi irregolarità avvenute nella camera di consiglio della Giunta delle Elezioni del 4 ottobre scorso, in occasione del giudizio sulla decadenza di Silvio Berlusconi.