Nelle piazze italiane si sciopera contro la Legge di Stabilità
Giornata di scioperi e manifestazioni nelle piazze delle grandi città italiane. Le tre grandi confederazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, hanno infatti organizzato un’iniziativa unitaria di protesta contro la Legge di Stabilità attualmente allo studio in Parlamento. A Milano il corteo principale, con alla testa i segretari generali di Cgil e Cisl, Susanna Camusso e Raffaele Bonanni.
La Camusso attacca la politica economica dell’esecutivo: “Bisogna dire ‘no’ a una Legge di Stabilità che guarda solo al debito pubblico e poi c’è una politica che lo fa aumentare. Ci stiamo giocando il futuro del Paese – afferma il leader della Cgil -. Come possiamo dire che siamo un Paese moderno se chiudono le aziende strategiche? Come si fa a dire che abbiamo una prospettiva se non si dà respiro a retribuzioni e pensioni? Non chiediamo la luna, diciamo di rimettere il Paese sulle sue gambe. Non ci piace la disattenzione con cui il Governo sta guardando il movimento dei lavoratori che da una settimana riempie le piazze, noi non ci fermiamo, se non arriveranno le risposte che devono esserci continueremo la mobilitazione”.
L’intervento si conclude con un appello a Letta: “Il governo ha promesso tante cose, ne faccia almeno una”. “E la smetta con le favole, quella della crisi è finita e che nel 2014 ci sarà la ripresa, perché la ripresa ci sarà quando un lavoratore non avrà più paura di perdere il posto di lavoro il giorno dopo”.
Rincara la dose Raffaele Bonanni, il leader della Cisl, anche lui sul palco milanese. Bersaglio è la pressione fiscale su lavoro e imprese: “Le tasse saranno la tomba dell’economia oltre che della democrazia in Italia”. “In risposta alla crisi – aggiunge – occorre mettere in pratica gli accordi di Genova firmati con Confindustria. Per un rilancio dell’iniziativa produttiva serve non piangere sul latte versato ma fare altro latte”.
Non nel capoluogo lombardo, bensì a Perugia, Luigi Angeletti, segretario generale della Uil. “La Legge di Stabilità non ci sta bene, – attacca Angeletti – perché era l’ultima occasione e non l’abbiamo colta, l’unico effetto che produrrà è stabilizzare la disoccupazione, non creerà lavoro”.
Contestualmente allo sciopero indetto dai sindacati, nelle piazze di tutta Italia sono scesi anche gli studenti, che chiedono a gran voce maggiori risorse da dedicare a scuole pubbliche e università.
Molta attiva, in questo senso, è l’Udu, l’Unione degli universitari (sindacato studentesco vicino alla sinistra), che, riunita sotto la sede del ministero dell’Istruzione, ha srotolato un mega striscione con lo slogan “Change the way”, cioè “cambiare marcia”.