Congresso Pd, Renzi assicura: siamo in vantaggio
Il pericolo da evitare, per Civati e Pittella, era proprio questo: che la corsa per la segreteria dei democratici si trasformasse in una corsa a due, Matteo Renzi e Gianni Cuperlo. Sfortunatamente per il deputato lombardo e l’eurodeputato lucano i risultati dei voti degli iscritti sembrano premiare sempre più questa versione bicefala. Il centro delle polemiche, oggi, è il numero dei delegati ai congressi provinciali che esprimono la volontà quindi degli iscritti, della base del partito.
Renzi, attraverso facebook, sprona i suoi sostenitori affermando che “i primi risultati sono davvero incoraggianti: alcuni dicevano che avremmo perso tra gli iscritti, i primi dati vanno in direzione diversa.
Mi metto in gioco, ci mettiamo in gioco perché pensiamo che il PD possa finalmente cambiare l’Italia”, aggiungendo poi una stoccata frontale verso tutti coloro che in passato, ed oggi, hanno proposto un passo indietro sulle primarie (l’area filodalemiana), affermando che “ride ben chi ride ultimo. Dobbiamo aspettare il rush finale, la sfida che ci porterà alle primarie dell’8 dicembre dove, ricordo, potranno votare tutti i cittadini e non solo gli iscritti”. Il sindaco di Firenze sa che la sua immagine è più apprezzata nel paese che nel partito, troppo spesso impermeabile alla figura del candidato classe 1975. Lo si è già visto, infatti, alle elezioni primarie 2012 per la candidatura alla premiership.
E poi è battaglia di numeri: la vera miccia l’aveva accesa ieri il deputato renziano Luca Lotti che, attraverso un twitt, aveva sostenuto il vantaggio dell’ex presidente della provincia di Firenze col 44%, equivalente a 17.200 voti. Non si è fatta attendere la risposta, secca, del coordinatore del comitato elettorale di Gianni Cuperlo, l’ex segretario toscano dei Gd Patrizio Mecacci: “di cosa è sorpreso Lotti? Se fossero veri i loro numeri non ci sarebbe da essere sorpresi vista la corsa che c’è stata a sostenere il sindaco di Firenze da parte di gran parte del gruppo dirigente e visto il sostegno mediatico di cui Renzi gode. Ma forse Lotti è sorpreso dal fatto che la partita è ancora molto aperta. Dai dati in nostro possesso, infatti, su circa 18.000 voti espressi, Cuperlo è in testa con il 42,1%, seguito da Renzi con il 40%, da Civati con il 13,9% e da Pittella con il 4 per cento”.
A concludere polemicamente la giornata è la controversia tra Renzi e l’ex presidente del consiglio Massimo D’Alema: i renziani, forti del vantaggio (secondo i loro dati), hanno affermato che, adesso, “il popolo dei gazebo” è col sindaco di Firenze. Sarcastica la risposta dell’ex presidente Copasir: “Sarebbe un problema serio. Poi i gazebo chi li smonta, Flavio Briatore?” (Briatore è sponsor di Renzi).
Non si è fatta quindi attendere la risposta, affidata ad un twitt dell’imprenditore piemontese: “Caro D’Alema io i gazebo li saprei smontare, ma non credo che tu saresti capace a montarli”. Si attendono settimane di tensioni febbrili visto che la vera e propria partita si giocherà alle elezioni primarie, nazionali prima (8 dicembre) e regionali poi (data da definire). Sarà lì che verranno formate le assemblee, vero motore politico del partito e, di conseguenza, il vero e proprio Vietnam politico si combatterà lì.
@matteorenzi @PrestaLucio caro D’Alema io i gazebo li saprei smontare ma non credo che tu saresti capace a montarli..#mailavorato
— Flavio Briatore (@BriatoreFlavio) November 14, 2013