Mentre la maggior parte degli occhi è puntata sul consiglio nazionale del Pdl all’indomani dello strappo di Alfano e soci, non si sottovaluta nemmeno l’atmosfera elettrica all’interno di Scelta civica. Le scene viste al primo giorno dell’assemblea ieri, con i “popolari” di Mario Mauro, Andrea Olivero e Lorenzo Dellai che hanno lasciato la sala in segno di protesta danno conto della tensione nel partito che, secondo qualcuno, è già morto. Anche se oggi si è dato un nuovo inizio con la presidenza di Bombassei.
Che una parte del partito sia particolarmente vicina all’Udc e possa essere interessata a un contenitore politico più ampio rispetto alla formazione di Lorenzo Cesa e Pierferdinando Casini è cosa nota. Che ci si stia muovendo in questa direzione è probabile; volendo ci sarebbe anche un simbolo già pronto. Anzi, due.
Già, perché all’Ufficio per l’armonizzazione del mercato interno di Alicante – quello presso cui sono depositate e valutate le richieste di registrazione come marchio comunitario – risultano due segni distintivi a nome di Salvatore Ruggeri, successore di Giuseppe Naro alla segreteria amministrativa dell’Udc. Entrambi sono nominati “Popolari per l’Europa” e in tutti e due, sul fondo azzurro, è in evidenza lo scudo crociato.
La sigla di Popolari per l’Europa, guarda caso, è Ppe. E arriva dopo che per settimane l’Udc ha detto di voler costruire il Partito popolare europeo in Italia. Il primo emblema ha il pregio di avere la sigla all’interno del contrassegno, chiudendo il cerchio tracciato dal nome del partito e dalle stelle d’Europa. Il secondo, invece, ha una declinazione più nazionale, sostituendo alla sigla la scritta “Italia” e ponendo al di sotto una striscia tricolore, con tanto di pieghe come fosse una fascia; ha però il pregio di poter essere riportato in breve come Ppe-Italia (anche se in passato qualcuno aveva già provato, senza successo, a presentare un simbolo con quel nome).
E’ possibile che il deposito degli emblemi – avvenuto l’8 ottobre scorso – sia stato a puro scopo di precauzione, per dare una prima tutela (in Italia non risulta nessun deposito simile), ma certamente qualcuno ha visto lungo, cercando di preparare un futuro politico. Allargando l’orizzonte rispetto all’Udc e anche al vecchio nome della Democrazia cristiana (la sigla cambia completamente), ma senza rinunciare all’emblema più tradizionale di quella storia, lo scudo crociato che a quanto pare Casini e Cesa non vogliono più mettere in un cassetto, magari col rischio di farselo soffiare (anche se la legge, elettoralmente, li tutela).
Non è dato sapere se sarà questo l’eventuale emblema del progetto politico che potrebbe vedere uniti gli aderenti all’Udc e i “popolari” transfughi di Scelta civica. Non è detto che loro vogliano farsi rappresentare da uno scudo crociato o che non preferiscano soluzioni diverse. Intanto, però, il simbolo se serve c’è.