Saccomanni replica all’Ue: “Nessuna bocciatura della manovra”
Il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, risponde alla Commissione europea, che qualche giorno aveva bocciato la Legge di Stabilità, giudicandola inadeguata a fronteggiare l’emergenza debito pubblico, schizzato al 133% del Pil.
“Non ci sarà nessuna manovra aggiuntiva, né dovremo studiare interventi supplementari” assicura il ministro, visto che la Commissione, nella redazione delle sue stime, non ha tenuto conto “di alcune misure che il governo ha già preso o sta per prendere. Ad esempio, abbiamo erogato finora 14 miliardi di pagamenti arretrati della pubblica amministrazione, già nelle tasche delle imprese creditrici. Avranno qualche effetto sull’economia, credo, insieme alle altre misure adottate in questi primi mesi di governo”.
Certo è che molto dipende dalla durata del governo, che va incontro a tre settimane di fuoco iniziate ieri con il Consiglio Nazionale del Pdl che ha sancito il ritorno a Forza Italia, inframezzate dal voto sulla decadenza di Berlusconi e chiuse la sera dell’otto dicembre, quando si avrà il nome del nuovo segretario del Partito democratico.
Di tutto ciò Saccomanni è perfettamente conscio: “Se il governo va avanti, non si parla di crisi ogni giorno e si smette di litigare su tutto, avremo ampi margini per fare ulteriori progressi nella riduzione del debito attraverso le misure strutturali già messe in campo ma non contabilizzate nel budget . È il debito l’elemento di maggiore preoccupazione della Commissione europea, dopo la nostra uscita dalla procedura di deficit eccessivo”.
Per fronteggiare il problema, il ministro indica le misure che l’esecutivo dovrà prendere nel 2014: “Prima di tutto un maggiore coraggio nelle privatizzazioni, nella vendita di quote di partecipate del Tesoro. E poi più decisione nel valorizzare l’immenso patrimonio pubblico immobiliare”.
Il tutto da affiancare a degli interventi di respiro internazionale, perché, parole dello stesso Saccomanni, per abbattere il debito occorre “agire su due fronti”. E uno di questi è il recupero dei capitali sfuggiti al Fisco: “Sul rientro dei capitali dall’estero ci attendiamo molto, perché il mondo è cambiato. Le stesse banche svizzere hanno mutato atteggiamento con i loro clienti. I paradisi fiscali sono fortunatamente minacciati. Venerdì a Bruxelles Lussemburgo e Austria – che per inciso hanno appena cambiato i rispettivi governi – sono stati messi in un angolo. A fine mese è previsto un incontro importante nel negoziato con la confederazione elvetica. E poi si sta studiando una depenalizzazione del reato per chi è disposto a far rientrare somme detenute illegalmente all’estero e il raddoppio delle pene per chi si ostinasse a restare fuori”.
Infine, c’è chi fa notare come lo stop arrivato da Bruxelles impedisca all’Italia di servirsi della “clausola di flessibilità”, che consente ai Paesi fuori dalla procedura di deficit eccessivo di fare investimenti – tre miliardi già previsti nella manovra – non computati nel deficit strutturale. Qui Saccommanni puntualizza: “È vero, ma come ha ricordato lo stesso commissario Olli Rehn, l’Italia potrà invocare la clausola per gli investimenti nel corso del 2014 se si materializzeranno – come pensiamo – gli effetti finanziari degli interventi che ho menzionato prima”.