Inchiesta P3, 17 rinviati a giudizio: c’è anche Cappellacci
Prosegue l’inchiesta, partita nel 2010, sulla cosiddetta associazione segreta P3. Nella giornata di oggi, il gup del tribunale di Roma, Elvira Tamburelli, ha rinviato a giudizio ben 17 persone con l’accusa di aver fatto parte, chi più chi meno, della suddetta P3.
Tra i rinviati a giudizio spiccano i nomi illustri dell’imprenditore-faccendiere sardo Flavio Carboni, dell’ex giudice tributario Pasquale Lombardi e dell’attuale governatore della regione Sardegna Ugo Cappellacci (Pdl).
L’accusa principale è quella di aver dato vita, in violazione della legge Anselmi sulle società segrete, ad una associazione finalizzata alla corruzione, all’abuso di ufficio, all’illecito finanziamento dei partiti ed altri reati. A Cappellacci, però, viene imputato solo il meno grave reato di abuso d’ufficio, non essendogli mai stata contestata l’appartenenza alla P3.
Volendo ricostruire i fatti, la procura di Roma ha accusato Carboni e soci di aver messo in piedi un’associazione segreta che coinvolgesse pezzi di politica e industria, al fine di controllare il business dell’eolico in Sardegna.
La P3 aveva affari e interessi ovunque e puntava a mettere le mani sul business dell’eolico e delle bonifiche delle zone inquinate della Sardegna, grazie a cui la loggia avrebbe incrementato il suo potere economico. Carboni, si legge ancora nella relazione della pubblica accusa, avrebbe fatto di tutto per piazzare nei punti chiave, per la corsa alle energie rinnovabili, uomini di sua fiducia.
Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la posizione del presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci che deve rispondere di abuso d’ufficio (caduta l’accusa di corruzione) per la nomina a capo dell’agenzia regionale all’ambiente (Arpas) di Ignazio Farris, considerato vicino a Carboni.
Oltre a Carboni e Cappellacci, di seguito i nomi di tutti i rinviati a giudizio: Massimo Parisi, ex coordinatore della regione Toscana del Pdl, Pierluigi Picerno, legale rappresentante della Ste srl, Pinello Cossu, presidente del consorzio Tea, Ignazio Farris, quale presidente dell’Arpa Sardegna, e poi, ancora, Marcello Garau, dirigente all’ambiente del comune di Porto Torres, Alessandro Fornari e Fabio Porcellini, ritenuti entrambi finanziatori del gruppo, Giuseppe Tomasetti, Antonella Pau e Maria Laura Scanu, ritenuti dagli inquirenti prestanomi dell’imprenditore Flavio Carboni. Completano la lista Stefano Porcu, all’epoca dei fatti direttore della sede di Iglesias dell’Unicredit Banca di Roma, l’ex assessore regionale della Campania Ernesto Sica.