Argentina, il ritorno della “presidenta”
La presidenta dell’Argentina, Cristina Fernández de Kirchner, è ritornata al lavoro sei settimane dopo l’intervento chirurgico per rimuovere un ematoma cerebrale. In occasione del primo giorno di lavoro, Fernández de Kirchner ha incontrato il Primo ministro Juan Abal Medina assieme al Segretario Generale della Presidenza, Oscar Parrilli, e il Vicepresidente dell’Argentina, Amado Boudou. La presidenta ha provveduto a sostituire diversi membri del proprio governo, e i cambiamenti più importanti sono stati, senza dubbio, le sostituzioni del Primo ministro e del ministro dell’Economia.
Il portavoce presidenziale Alfredo Scoccimarro ha annunciato che Jorge Capitanich, attuale governatore della provincia del Chaco, sostituirà l’attuale Primo ministro Abal Medina, mentre il ministro dell’Economia Hernán Lorenzino sarà rimosso dal proprio incarico e al suo posto sarà nominato il suo viceministro, Axel Kicillof. Scoccimarro ha specificato che Lorenzino sarà proposto come nuovo ambasciatore argentino presso l’Unione Europea e dirigerà un’unità esecutiva di ristrutturazione del debito, che opererà presso lo stesso Ministero dell’Economia. Inoltre, anche il ministro dell’Agricoltura, Norberto Yahuar, sarà sostituito: al suo posto, sarà incaricato l’attuale Presidente dell’Instituto Nacional de Tecnología Agropecuaria (INTA), Carlos Casamiquela. Nel frattempo, Carlos Fabrega, Presidente del Banco de la Nación Argentina, è stato nominato alla guida del Banco Central de la República Argentina sostituendo Mercedes Marcó del Pont.
Il cambiamento degli incarichi ministeriali avviene dopo quasi un mese dallo svolgimento delle elezioni legislative, dall’esito fallimentare per il Frente para la Victoria della Fernández de Kirchner. E tali variazioni non stupiscono in Argentina poiché, soprattutto negli ultimi giorni, erano ormai noti i nomi dei possibili sostituti presso i ministeri, mentre ha sorpreso che non vi sia stato un incisivo cambiamento nel Ministero dell’Economia. Kicillof, nominato nel 2011 come Segretario per la Politica Economica, ha guadagnato negli ultimi anni una considerevole influenza all’interno del ministero, sostenendo un maggiore intervento dello Stato nelle attività economiche.