Inizia la 3° repubblica italiana?
Ci siamo. Dopo 18 anni l’Italia non potrà più fregiarsi di avere Silvio Berlusconi come Presidente del Consiglio.
La giornata di martedì 8 novembre non ha delineato cosa accadrà, ma sicuramente ha chiarito cosa NON accadrà: a meno di imprevedibili risvolti pre-elettorali, Silvio Berlusconi non sarà più premier.
Un fuoriuscita mesta, ma decisamente meno traumatica di predecessori rispondenti al nome di Bettino Craxi (cui Berlusconi era molto legato) o Romano Prodi, così come magistralmente descritto da Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera di martedì scorso.
Gli scenari che si stagliano all’orizzonte ora sono numerosi e variegati. Vediamone alcuni.
[ad]- Governo di transizione a maggioranza centrodestra + pochi altri rientranti. Premier: Gianni Letta, Lamberto Dini, Angelino Alfano, Roberto Maroni. Probabilità 15% Lo scenario ipotizzato dalla Lega e, forse, dallo stesso Berlusconi per permettere una fuoriuscita il più possibile morbida. Prospettive elettorali: riforma elettorale con ritorno al Mattarellum (o qualcosa di simile) ed elettorato del Pdl che si sposta verso Lega (nord) o Udc (sud), in attesa della nascita del nuovo partito popolare cattolico sul modello Ppe. Probabilissima instabilità post-elettorale con difficoltà di formare maggioranze.
– Governo tecnico di transizione con maggioranza ampia PDL+Centro+PD con Lega e IDV fuori. Premier: Mario Monti. Probabilità 35% Uno scenario sulla carta molto favorevole al Terzo Polo e in particolare all’UDC. Possibile inserimento progressivo nella campagna elettorale di un “berluschino”, che risponderebbe al nome di Luca Cordero di Montezemolo o Diego Della Valle; accelerazione verso nascita partito cattolico popolare. Difficile arrivare ad una legge elettorale condivisa, dato che all’Udc va benissimo il proporzionale. Possibile accordo post-elettorale tra Terzo Polo e Pd per la nascita di un governo. A destra svetterebbe solitaria la Lega, che raccoglierebbe i voti degli scontenti “duri e puri” del Pdl al Nord. IdV in difficoltà, progressivo spostamento dell’elettorato valorista verso SeL (IdV di lotta) e verso il PD (IdV) di governo. Nuova sinistra radicale “impersonata” dai Grillini non tanto nei contenuti, spesso dissonanti, quanto nella forma di protesta all’interno dell’arco istituzionionale.
– Governo tecnico di transizione a maggioranza moderata (Pd + Udc + Fli + fuoriusciti Pdl). Premier: Mario Monti. Probabilità 25% Scenario favorevole all’elettorato moderato del Pd. Possibile accordo pre-elettorale Pd-Udc, con difficoltà di legiferare su eventuale nuova legge elettorale. Possibili accordi su ‘nomi nuovi’ moderati del Pd da presentare nella squadra di governo. Alle elezioni, a destra la Lega raccoglie in pieno l’eredità del Pdl al centro-nord e vola oltre il 15%. Idv e Sel immobili.
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