Dissidi nel M5S, pronto il nuovo gruppo parlamentare – L’armonia nelle famiglie numerose, si sa, è sempre difficile. Anche se quelle famiglie possano sembrare, almeno esternamente, un gruppo monolitico. Il fatto è che il Movimento 5 Stelle è tutt’altro che un monolite politico-culturale. E’ la somma di vastissime e diversissime esperienze dentro il contenitore ‘cittadino’. Ed ora anche il, anzi i, pater familias vengono messi in discussione. Si parla di Grillo e Casaleggio, ovviamente. Coloro che erano riusciti, da febbraio ad oggi, a mantenere più o meno sopite le spinte verso nuove esperienze (come l’idea di governare assieme al Pd) adesso sono al centro di forti polemiche. Impallinati proprio dai loro (ex) fedelissimi che tutto devono, appunto, al duo Grillo-Casaleggio.
Il tutto è cominciato ufficialmente domenica, presso un bar nel centro storico della capitale. Lì, un senatore a 5 Stelle, mostrando uno scambio di e-mail velenose tra lui ed il responsabile comunicazione grillino al Senato Claudio Messora, afferma, in modo dissacrante: “Lo so, sembriamo Scelta Civica o il Pdl-Forza Italia, fa male ma è così”. A questo punto “l’obiettivo è evitare che il Movimento si trasformi nell’ennesima esperienza autoritaria che trasformi il Movimento in un partito come gli altri. Anzi, peggio”.
L’ultimo motivo di lite, che però è ricollegabile al verticismo di partito (ops, movimento), è la “piattaforma web” sulle proposte di legge. “Poco più di un forum” per Messora. Un arma a doppio taglio invece, per i contestatori: “questo strumento infatti consentirà a Casaleggio di parcellizzare la partecipazione degli elettori e controlla direttamente gli interventi sul blog”. E’ la bufera. Messora ribatte: “le persone di cui voi senatori portate la voce sono i comparabili ai tesserati. La democrazia diretta la fai con chi decide di partecipare attivamente”. Il senatore ‘riottoso’ si domanda: “Questa è l’idea di democrazia diretta a cui pensano Grillo, Casaleggio e il loro caporale sul campo a spese degli italiani?”. Si fa forte dell’appoggio, certificato via e-mail, di un’altra collega: “Quanti sono gli attivisti certificati? Circa 400.000. Quanto sono gli elettori M5S? Circa 9 milioni. Quanti sono i cittadini interessati dalle leggi proposte e approvate? Oltre 60 milioni”. Prefigura nuove esperienze.
Altro motivo di dissenso è scelta di mandare in streaming solo una parte delle riunioni dei cittadini-senatori. “La diretta è Comunicazione, impatta sull’immagine complessiva del Movimento, dunque ricade sotto la giurisdizione non dell’assemblea, ma di Grillo /Casaleggio. Qui rappresentati da me”, afferma Messora. “Alt”, replica un’altra senatrice: “mi giunge nuova la notizia di avere una giurisdizione da parte di Grillo o di chiunque su quello che facciamo”.
Conseguenziale è l’attacco sulle buste paga. L’uomo del comico genovese e del guru milanese alla Comunicazione presso Palazzo Madama è il centro, nuovamente, delle polemiche. Uno dei critici afferma: “Claudio, del tuo trattamento economico e del tuo comportamento parleremo con Casaleggio, complice di tutto ciò”. Viene rincarata la dose da un altro: “Ne parleremo anche con gli attivisti, che già si sono accorti delle ingenti spese del gruppo per il tuo alloggio, oltre che della tua diaria e del tuo compenso fuori dal codice di comportamento”. Protesta Messora, allegando il link della busta paga: “Io non ho nulla che non sia trasparente”. C’è chi poi lo difende che parla dei riottosi come deliranti e richiama i suoi cittadini-colleghi con un “torniamo in noi, per carità”. Ma gli ‘eretici’ già pensano alla nascita di un nuovo gruppo parlamentare. Indipendente e ‘libero’. Un’ipotesi che già si paventò, ma più effimeramente, nel momento della formazione del governo, onde evitare i berlusconiani nell’esecutivo, mesi or sono.
Come si può capire dalla situazione politica generale, non c’è una formazione parlamentare, di una certa consistenza numerica, a non avere problemi di sorta riguardante l’equilibrio dei poteri interni: c’è chi organizza le conte interne, ovvero il congresso e le elezioni primarie per eleggere il nuovo segretario e nuova dirigenza, come il Partito Democratico. C’è chi si divide ferocemente, come è accaduto per Scelta Civica. Nel centro destra ci si è divisi, stavolta, in modo consensuale e con un grande dispiacere: è il caso della morte del Pdl (come partito) e la (ri)nascita di Forza Italia ed il sorgere di Nuovo Centrodestra. Infine vi è il caso più particolare perché un caso nuovo. Un esperimento entrato nel Parlamento solo nove mesi fa e che non sorge da nessuna esperienza passata, da nessuna classica frattura politico-culturale, bensì da recenti spaccature. Per questo è difficile analizzare le ipotesi future: manca una storia alle spalle per contestualizzare. Detto questo, con la possibile nascita di un nuovo gruppo parlamentare, unito alla più che ampia possibilità di vittoria di Renzi (e quindi, probabilmente, del partito delle elezioni) ci si potrebbe aspettare di tutto, addirittura di un cambio casacche all’interno del Governo.
Daniele Errera