Non nasce sotto i migliori auspici la nuova avventura politica del Ministro degli interni Angelino Alfano (Ncd, nuovo centrodestra). Molti nomi grossi della nomenklatura berlusconiana hanno seguito il vicepremier che ora si ritrova ad avere ben cinque dicasteri con soli sessanta parlamentari (probabile e auspicabile un rimpasto) e, va da sé, che i dissidi tra falchi, colombe e pitonesse siano emersi proprio al momento della scissione.
“Alcuni accanto al presidente Berlusconi hanno voluto far nascere un partito estremista, della nostalgia, del rammarico, un partito della rabbia” ha dichiarato Alfano ieri sera nel salotto di Bruno Vespa. “Il partito”, ha continuato il neo leader, “è in mano ad una comitiva ormai determinante nelle scelte, che porta la linea politica verso continui radicalismi ed estremismi in cui non si riconoscono tanti di noi. Noi invece guardiamo al futuro”. Giorni, questi, molto intensi per il nuovo partito che ha subito eletto i propri capogruppo alla Camera e al Senato: Enrico Costa e Luisa Bianconi. E via a lavorare sulla legge di stabilità che vede in questi giorni occupati i deputati nelle votazioni.
Non si potevano certo far aspettare i falchi. Brunetta, rimasto da sempre fedelissimo al Cavaliere, ha dichiarato : “Partito della rabbia? Giusto siamo il partito della grande maggioranza degli italiani arrabbiati contro il Partito delle tasse, arrabbiati contro il Partito democratico che vuole eliminare dalla scena politica, senza se e senza ma, Silvio Berlusconi dichiarandone la decadenza contro il diritto”. Arriva poi la stoccata ad Alfano e al suo nuovo partito che “è disponibilissimo a collaborare senza se e senza ma con chi uccide politicamente quello per cui dicono di preoccuparsi tanto”. Ci vanno giù duro anche le due donne più in vista del Pdl (non ce ne voglia la Santanchè): “accusare Forza Italia di essere il partito della rabbia e’ un’offesa grave e gratuita al Presidente Berlusconi ancor più incomprensibile atteso che Alfano ha lavorato gomito a gomito con Berlusconi per anni essendone ampiamente ricompensato e pertanto ben sa come la rabbia sia un sentimento che non appartiene al Presidente” ha tuonato la Gelmini mentre la Biancofiore ha ricordato al ministro di “non sputare nel piatto nel quale ha mangiato per una vita” (corriere.it, 19/11).