A Roma pioggia e conseguente scontro politico
A Roma pioggia e conseguente scontro politico. Piove governo ladro è un modo di dire vecchio come il mondo. Piove sindaco ladro ha le carte in regola per diventare un nuovo tormentone. Ovvero: quando la pioggia diventa scontro politico. A Roma è così. Arriva un temporale, la città va in tilt e giù accuse incrociate.
Chi vive nella Capitale lo sa: se piove, muoversi sarà tanto più difficile, che lo si faccia in automobile, con i mezzi di superficie o in metropolitana. Ma forse è ancora più difficile mandare giù il consueto teatrino che va in scena il giorno dopo.
Ieri su Roma si è abbattuta una violenta perturbazione. Peggio se l’è vista il Litorale. Forti precipitazioni anche nel quadrante nord della città. Tante le scuole e gli asili nido con danni più o meno seri. E poi rami spezzati, seminterrati che si sono riempiti d’acqua, interventi dei vigili del fuoco, sottopassi allagati, automobilisti imbottigliati su strade simili a ruscelli. Al policlinico Umberto I, i medici e i pazienti si sono ritrovati con l’acqua che filtrava abbondante dalle finestre.
La pulitura dei tombini ostruiti ha evitato situazioni più spiacevoli.
Questa la cronaca, e sia chiaro: nulla di drammatico, sarebbe indegno fare tragedie quando negli occhi ci sono ancora le immagini di quanto accaduto in Sardegna.
Ma in fondo il problema non è la pioggia e paradossalmente non lo sono nemmeno i disservizi. Il problema è quello che succede oggi, il giorno dopo, con il solito vecchio, sterile (e ci si conceda: noioso) copione. Tutto puntualissimo e prevedibile. Proprio come le piogge in autunno.
Il Codacons, ad esempio. “Se la situazione del traffico in città non subirà sensibili miglioramenti” ha dichiarato ieri sera il presidente Carlo Rienzi, “saremo costretti la prossima volta che si verificherà una situazione analoga a quella di oggi a denunciare l’amministrazione comunale per sequestro di persona, in relazione alle migliaia di cittadini costretti a trascorrere ore in automobile per giungere a lavoro o tornare a casa”.
“Una metropoli come Roma deve essere in grado di far fronte a piogge e temporali anche intensi. Non si possono attribuire sempre i mali della viabilità capitolina al maltempo” ha dichiarato Rienzi, che in effetti tutti i torti non ce li ha.
In fatto è che la pioggia in sé non è per forza un problema, diventa un problema in relazione a quello che incontra a terra una volta caduta. È qui che entra in gioco il ruolo degli amministratori.
Il 4 novembre, sul suo profilo Facebook, Giulia Pietroletti (assessore all’Ambiente del V municipio, zona nord-est della città) scriveva: “Il Servizio Giardini di zona ci informa che alla maggior parte dei loro mezzi è scaduta la revisione e quindi non possono più circolare. Questo significa che le potature previste subiranno dei ritardi”. Mancanza di fondi, e quindi manutenzione ordinaria a rischio. La stessa situazione denunciata anche da altri amministratori dei municipi romani.
Gli oltre trenta commenti in calce al post di Pietroletti raccontano bene dello sconcerto di chi legge: “Ho provato a fare un elenco delle cose che funzionano… mi è rimasto bianco il foglio”, ad esempio.
E così, dopo il temporale, la politica si fa la solita domanda: di chi è la colpa? La colpa è di chi c’era prima, dice chi c’è adesso. E la colpa è di chi c’è adesso, secondo chi c’era prima. A Roma la pioggia è un appassionante argomento di discussione tra centrodestra e centrosinistra. Alessandro Cochi, ex assessore nella giunta Alemanno, su twitter ironizza col sindaco Marino: “Sto uscendo. Anche oggi sarà un’altra giornata di caos e traffico a Roma come ieri?”
Scrive il Corriere della Sera che invece secondo Estella Marino, assessore all’ambiente del Campidoglio, la responsabilità è della vecchia amministrazione Alemanno, che ha lasciato in eredità al sindaco Marino un buco di bilancio di 867 milioni di euro. L’anno prossimo le cose andranno meglio, promette l’assessore.
Nel frattempo, su Roma e sul Centro Italia sono in arrivo altre precipitazioni, avverte la protezione civile. Altro giro, altra corsa. Piove, politica ladra.