DISCLAIMER: nell’articolo che segue sono riportati e commentati passaggi del romanzo MOMO (1973) di Michael Ende
Tra i grandi scrittori del XX secolo trova sicuramente un posto d’onore il tedesco Michael Ende, autore del capolavoro del fantastico DIE UNENDLICHE GESCHICHTE del 1979, ma troppo spesso relegato ad un ruolo di autore solo per ragazzi che non rende giustizia alla profondità filosofica spesso profetica delle sue opere.
[ad]In termini di stretta aderenza ai generi letterari, in effetti, solo le sue opere più tarde, quali DER SPIEGEL IM SPIEGEL o DAS GEFÄGNIS DER FREIHEIT, possono essere ascritti alla letteratura per adulti; eppure tutte le sue opere nascondono livelli di lettura che, al di là della presunta semplicità della trama o delle tematiche care alla letteratura per ragazzi, le rendono in realtà molto profonde e vivide allegorie della società contemporanea.
Questa dicotomia tra il presunto destinatario dell’opera – bambini e ragazzi – e la profondità della chiave di lettura nascosta dall’autore è particolarmente evidente in MOMO, romanzo del 1973 che, premiato l’anno successivo, preparò la strada al DIE UNENDLICHE GESCHICHTE che consacrò Ende alla fama e al successo.
Tema portante dell’opera è il tempo: una città – senza nome, per poter essere nessuna città e qualsiasi città – subisce la progressiva invasione dei Signori Grigi e della loro Banca del Tempo; i Signori Grigi convincono i cittadini a risparmiare il loro tempo e depositarlo in questa banca, tempo che poi i Signori Grigi usano per perpetuarsi e restare in vita. Solo una bambina, Momo per l’appunto, dalle origini misteriose e rifugiata in un anfiteatro – simbolo di arte e intrattenimento – sarà in grado di sconfiggere gli antagonisti e riportare la normalità nella città.
Dalla lettura del libro risultano particolarmente interessante il modo ed il significato dell’agire dei Signori Grigi; costoro si recano presso i cittadini e li convincono a modificare il proprio modo di agire e rapportarsi con gli altri in maniera da limitare tutti gli sprechi di tempo. Per sprechi di tempo, nell’ottica dei Signori Grigi, si intendono tutti i momenti che distolgono dall’esecuzione meccanica dell’attività lavorativa.
Il tempo così risparmiato, nelle false promesse degli antagonisti del romanzo, verrà immagazzinato nella Banca del Tempo, per essere poi riscosso quando più se ne vorrà fare uso.
Per convincere i cittadini a donare il proprio tempo i Signori Grigi evidenziano, con sottrazioni successive riguardanti le voci più improbabili, come questi non abbiano del tempo a propria disposizione.
Prima che Momo, grazie all’aiuto di Mastro Hora e della tartaruga Cassiopea, risolva la trama del romanzo, quindi, la popolazione della cittadina si è trasformata in un perfetto esempio di nevrotizzante e nevrotizzata società contemporanea, in cui le relazioni sociali ed il gusto nello svolgere le proprie attività sono soffocati da una fretta compulsiva che porta questi vitali dettagli del vivere quotidiano ad essere relegati alla stregua di perdite di tempo.
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[ad]Né il tempo così risparmiato viene messo a frutto in altre maniere. Come tratteggia magistralmente Ende nel romanzo, la vita delle persone della città diventa progressivamente sempre più vuota e frenetica, in un’ossessione senza fine di risparmio di un tempo che poi in realtà non verrà mai utilizzato.
La critica alla società portata avanti dall’autore è evidente, appena mascherata dai temi adolescenziali del romanzo. Attraverso un simbolismo di facile comprensione, Ende prende di petto i temi del consumismo e della frenesia – sarebbe improprio usare il termine alienazione, per quanto concettualmente si parli proprio di questo – propri dello stile di vita occidentale, e della conseguente perdita di vista della felicità dell’individuo. Felicità che, per Ende, si ritrova nel gusto e nel piacere del coltivare il rapporto con gli altri e nella gioia di eseguire il proprio lavoro. Come in DIE UNENDLICHE GESCHICHTE, Ende esalta il potere salvifico della fantasia e dell’immaginazione: non è un caso che Momo, bambina dalle misteriose origini, esterna alla città quanto i Signori Grigi a esaltare il suo ruolo simbolico, si sia rifugiata in un anfiteatro, simbolo di arte e cultura, ma anche di intrattenimento. E non è un caso che le virtù di Momo – che funzionano anche sui Signori Grigi – siano l’ascolto, la comprensione, l’immedesimazione e una buona dose di fantasia.
Si può ben dire che le tematiche di MOMO siano oggi più attuali che mai, e pervadano ogni livello del vivere comune.
Dalle alte costruzioni filosofiche che descrivono la società contemporanea ai piccoli episodi quotidiani il tempo, forse una delle poche frontiere del potere di controllo dell’uomo, è al tempo stesso oggetto del desiderio e nemico da combattere.
Il progresso tecnologico ci permette di svolgere ogni attività in un tempo minore rispetto al passato, eppure le ore di lavoro settimanali di un impiegato del XXI secolo superano quelle di un cacciatore/raccoglitore dell’epoca preistorica. Proprio questa discrasia tra le offerte della tecnologia ed i vantaggi che l’uomo poi ne riceve effettivamente costituisce la forza della visione di Ende: la continua evoluzione del nostro stile di vita non ci ha condotti in alcun modo ad un miglioramento – in termini esistenziali – della qualità della nostra vita e del nostro tasso di felicità.
E ci ritroviamo quindi in continua balia dei nostri personali Signori Grigi, sotto forma di continui modi per risparmiare tempo, modi che sfiorano quasi il grottesco ma che possono consentirci di far scattare nelle nostre teste un doveroso campanello di allarme.
Preparare un’insalata è un’operazione che richiede pochi minuti: lavare le foglie di insalata, tagliarle, condirle. Molto semplice, molto rapido. Eppure stanno avendo grande successo, in Italia e non solo, le confezioni di insalata già tagliata e spesso anche prelavata; semplici buste in cui le foglie di insalata sono state affettate e lavate prima di essere chiuse sotto vuoto. Esclusi ovviamente casi di necessità sporadici che possono condurre all’acquisto di un simile prodotto, e restringendo quindi il ragionamento ai casi in cui è la semplice comodità dell’utilizzo a guidare nella compera, una semplice analisi monetaria e qualitativa potrebbe portare facilmente a evidenziare l’assurdità di questa tipologia di prodotti.
Il risparmio realmente offerto, in termini di tempo, si aggira ragionevolmente attorno ai cinque minuti, trecento secondi. Un risparmio di tempo tutto sommato esiguo: un dodicesimo di ora, un duecentoottantesimo di giorno. Eppure un risparmio temporale pagato caro e salato: il costo di una busta di insalata pretagliata e prelavata si aggira intorno agli 11 €/kg, laddove l’insalata a ciuffi costa poco più di 1 €/kg. Paghiamo quindi senza battere ciglio circa 10 € un risparmio di cinque minuti, ovvero 120 € l’ora, che poi è una tariffa paragonabile al costo di una visita specialistica!
L’esempio, sebbene eclatante, è soltanto uno e forse non il più paradossale delle moderne logiche del mercato, in cui la creazione di nuovi bisogni procede di pari passo con la soluzione per affrontarli allo scopo di creare artificiosamente tassi alti di domanda sul mercato.
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[ad]Per quanto non molti afferrino immediatamente il reale significato economico di scelte di acquisto spesso compiute sul momento e senza una adeguata valutazione delle conseguenze, vi è chi potrebbe ribattere che in fondo il tempo non ha prezzo, che avere a disposizione più tempo vale qualsiasi spesa.
Tale obiezione non fa però che scontrarsi con la realtà, e non denota altro che il prostrarsi definitivo alla logica dei Signori Grigi: in termini generali, infatti, il risparmio temporale non conduce necessariamente ad un miglioramento della qualità della vita, in quanto non garantisce su come verrà utilizzato il tempo così risparmiato, tempo che in effetti molto spesso viene a sua volta sprecato in attività di semplice riempitivo, frustranti perché non si riescono a completare e che richiedono quindi ulteriori risparmi di tempo. In un continuo circolo vizioso.
L’origine esogena di Momo, nell’omonimo romanzo, rispetto ai cittadini, potrebbe indurre all’erronea convinzione di attendere un rivoluzionario, un rinnovatore, un messia che consenta di spezzare quello che sembra ormai essere un radicato modo di vita. Nel romanzo, tuttavia, anche i Signori Grigi sono esterni alla città; forse un modo per dire che anche il problema è esterno a noi? Nulla di più errato. Se esiste una forza sociale potenzialmente autodistruttiva fatta di bisogni ingenerati e rincorse frenetiche è perché vi è chi vi si assoggetta, chi vi si piega e anche chi tenta di cavalcarla. Sono forze probabilmente al di là del pensiero cosciente, che si possono intuire senza afferrarle appieno, e nella medesima chiave di lettura deve essere intesa la figura di Momo.
Spetta quindi a ciascuno di noi, al proprio interno, trovare la forza di operare quel necessario cambio di paradigma che possa mettere al primo posto la felicità dell’individuo e la qualità della vita. Ed il primo passo consiste proprio nel sapere – anche tramite un approccio più immaginifico alla vita – come rivalutare il proprio tempo.
Affettare un ciuffo d’insalata, lavarlo, condirlo non è una mera azione meccanica volta al sostentamento. Si tratta invece di un – pur semplice – processo creativo, in cui un vegetale viene trasformato in una – pur altrettanto semplice – portata. Ritrovare il gusto per simili azioni implica un cambio di mentalità estremamente complesso, che rimette in discussioni scale di valori assodate e quindi deve essere frutto di un processo di maturazione interna. Si può cambiare reazione ad un evento da un momento all’altro, ma non si può farsi piacere qualcosa che prima non piaceva se non attraverso una reale conversione.
L’insegnamento della misteriosa Momo ci ricorda quindi che la cura e la difesa della nostra felicità passa in realtà solo da noi e dalle nostre convinzioni, e che noi stessi dobbiamo trovare il coraggio di mettere in pratica quei piccoli gesti quotidiani che – tutti assieme – rivoluzionerebbero la società. Magari iniziando ad affettare di persona l’insalata.