Francia superpotenza in Africa
Costa D’Avorio, Mali, Libia e adesso Repubblica Centrafricana. Non si può proprio dire che la Francia in Africa sia una potenza di second’ordine, che perde punti di fronte all’interventismo economico e commerciale delle potenze emergenti come la Cina e le altre economie asiatiche e non solo se si vuole comprendere il Brasile, l’Australia, lo stesso Sudafrica.
Insomma la Francia, nell’arco di meno di due anni, ha inviato truppe in Costa D’Avorio dove sono state determinanti per installare al potere un governo che ha assegnato ad imprese francesi appalti assolutamente non secondari come la ristrutturazione del porto di Abidjan, la costruzione del terzo ponte nella capitale economica del paese e una importante strada di collegamento al nord con i paesi del Sahel.
Ha realizzato un intervento in Mali, paese gemello del Niger, con gli stessi problemi, gli stessi protagonisti e le stesse risorse e nel quale la Francia ha interessi irrinunciabili nel settore dell’energia atomica visti i giacimenti di uranio indispensabili per le oltre 50 centrali nucleari francesi.
Nessuno poi ha dimenticato il ruolo determinante che la Francia ha avuto nella caduta del regime libico di Gheddafi che a sua volta ha creato le condizioni per la guerra nel Nord del Mali.
Adesso è la volta della Repubblica Centroafricana. Il ministro degli esteri Fabius ha detto che il suo paese è pronto ad intervenire per evitare il genocidio e il caos generalizzato. Parole pesanti che non lasciano dubbi sul fatto che Parigi faccia sul serio. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu deciderà lunedì prossimo e c’è da scommetterci che Parigi otterrà il via libera per un intervento.
Non che non ci sia bisogno di un intervento, anzi. Il Centrafrica è realmente nel caos, la popolazione civile soffre di saccheggi, violenze e di un intervento esterno (Ciad e Sudan) che la priva di qualunque sovranità.
Un intervento, dunque, sarà il benvenuto. Ma del resto l’intervento francese in Mali è stato salutato con piacere dalla stragrande maggioranza delle potenze occidentali dato che gli islamici che controllavano il nord stavano per arrivare a Bamako, la capitale e prendere il controllo dell’intero paese.
Insomma Parigi sembra l’interprete degli interessi occidentali in Africa. All’interventismo militare si somma poi il fatto che la Francia, a dispetto dei luoghi comuni, continua ad essere il principale investitore nel continente secondo dati delle Nazioni Unite. Al secondo posto ci sono gli Stati Uniti, poi la Malesia e solo dopo la Cina. Dunque la partita è aperta e la Francia, sembra evidente, non vuole perdere punti.