Sono più di 110 i giorni di proteste e blocchi che hanno visto migliaia di cittadini bulgari scendere nelle principali piazze del Paese. Si manifesta contro corruzione e clientelismo del sistema politico e giudiziario del Paese balcanico.
Le accuse sono rivolte al Primo Ministro Boyko Borisov, ora al terzo mandato e al Procuratore Generale Ivan Geshev.
Non è la prima volta che l’opinione pubblica e le proteste cittadine divampano nel Paese: la crisi politica del 2013, con manifestazioni di massa in tutto il Paese, portò alle dimissioni del Governo di centro sinistra di Plamen Oresharski.
L’obiettivo è lo stesso: costringere alle dimissioni il governo di destra che, per più di dieci anni, ha rappresentato lo Stato.
La scintilla della protesta
Il partito conservatore e populista di Borisov (GERB) è stato in più occasioni coinvolto in scandali ed è stato aspramente criticato per una gestione controversa e poco trasparente di risorse e istituzioni pubbliche. Ciò che si è susseguito negli ultimi mesi ha risvegliato un malcontento apparentemente solo sopito.
Prima fra tutti: l’emergenza idrica di Pernik, a sud ovest della Capitale. Riscontrata, infatti, una grave mancanza nella manutenzione delle infrastrutture cardine e dimostrato clientelismo del Governo verso big industriali del settore.
Ad infuocare una situazione di per sé bollente la diffusione di fotografie del Primo Ministro. Borisov è ritratto dormiente nella sua camera da letto, vicino ad un comodino pieno di banconote, lingotti d’oro e una pistola.
Lo scandalo
Ma a scatenare la vera protesta la notizia del caso Ahmed Dogan, filtrata dal co-leader della coalizione liberale Bulgaria democratica.
Lo scandalo vede tra i protagonisti volti noti, il magnate e politico Dogan, che ha costruito abusivamente una villa estiva ed ha ottenuto la protezione di dipendenti pubblici: agenti di servizio della sicurezza nazionale. In violazione del mandato, essi agivano da privati, pur pagati dallo Stato.
Indignato il Presidente della Repubblica Rumen Radev che ha ricevuto in tutta risposta dal Procuratore Capo l’arresto di due suoi dipendenti personali.
De facto, ciò ha scatenato numerose polemiche e una denuncia contro l’abuso di potere perpetrato da Geshev.
Famiglie, lavoratori, imprenditori, pensionati e studenti sono scesi in piazza contro la leadership del duo governativo.
I contestanti chiedono a gran voce le dimissioni della coalizione di Governo e del Procuratore Generale, elezioni anticipate a meno di un anno dall’effettivo voto ed una riforma giudiziaria attraverso emendamenti alla Costituzione balcanica.
Il malcontento ha aperto una crisi istituzionale ed il Presidente Radev appoggia pubblicamente le rivendicazioni dei cittadini.
La pretesa
La coalizione di Governo ha cercato di reprimere lo spirito rivoluzionario ignorando le prime due pretese ma agendo sulla stessa Costituzione con alcuni interventi normativi: è uscita una bozza ricca di errori tecnici e grammaticali, per molti solo una provocazione.
Nonostante alcune dichiarazioni sull’unità nazionale e su eventuali dimissioni, resta chiaro che il Primo Ministro non ha intenzione di rinunciare alla carica prima della scadenza naturale del suo mandato.
I dati europei
Paese da records ma tutt’altro che lusinghieri. Secondo recenti classifiche dell’Unione Europea, la Bulgaria è il Paese europeo più povero, corrotto e meno attento alla libertà di stampa. Le ricerche condotte dal Parlamento Europeo, indicano che la corruzione nel Paese pesa circa il 15% del prodotto interno lordo.
Mentre la classifica di Transparency International posiziona la Bulgaria al 75° posto su scala mondiale.
Ad evidenziare i rischi del rapporto è la stessa Commissione Europea che si esprime sulla minaccia di stabilità dello Stato a seguito del visibile stato di corruzione nel Paese.
Analisi a meno di un anno dal voto
Gli scandali e la rabbia hanno permesso ad un’opposizione, per troppo tempo debole, di compattarsi.
L’attuale Governo, tuttavia, è già sopravvissuto alla dura prova del voto di sfiducia dello scorso 21 luglio.
Nelle ultime settimane, in particolare dalla prima di ottobre, due importanti firms di voto Trend e Gallup hanno registrato risultati opposti.
L’agenzia Gallup registra in vantaggio il partito Socialista Bulgaro BSP con uno scarto del 0.7% dal partito conservatore di Borisov. I dati della settimana dal 3 al 10 ottobre di Trend registrano, invece, un sorpasso del partito GERB, al 24,1%, in testa alle preferenze, con un campione di 1.008 utenti, circa 200 in più del campione della precedente proiezione.
Si attendono le elezioni anticipate ma l’opinione pubblica teme gli esiti.