Libia, un cessate il fuoco permanente apre un nuovo scenario

Pubblicato il 26 Ottobre 2020 alle 21:21 Autore: Seif Eddine Braiek

Nella mattinata di venerdì 23 ottobre, nella seconda città svizzera, si è giunti ad uno storico accordo sulla questione libica. I due schieramenti contrapposti all’interno della Libia: quello di Tripoli a guida di Fayez Al-Serraj, riconosciuto dall’ONU e da gran parte della comunità internazionale quale legittimo Governo, con appoggio diretto di Turchia, Italia ed alcuni paesi arabi (in primis il Qatar), e quello di Bengasi capeggiato dal Militare Khalifa Haftar, con l’appoggio della Russia e del blocco Arabia Saudita e suoi alleati (in particolare UAE ed Egitto), hanno firmato un’intesa su un cessate il fuoco permanente riguardante tutto il territorio nazionale.

Seppure si tratti di un punto di svolta radicale nel teatro della seconda guerra civile libica, è stato comunque preceduto da un percorso di relativa riappacificazione tra le due parti, cominciato nel luglio del 2019 con la creazione della missione politica delle Nazione Unite, l’UNSMIL. Un ulteriore sviluppo è stato conseguito con il summit di Berlino avvenuto lo scorso gennaio, attraverso il quale è nata, in seno all’UNSMIL, la Commissione Militare 5+5. Un tavolo di dialogo congiunto, formato da cinque rappresentanti selezionati dal Governo di Accordo Nazionale di Al-Serraj (GNA) e cinque dall’Esercito Nazionale Libico di Haftar (LNA). I risultati, tra alti e bassi, si sono già osservati nei mesi precedenti. Si è assistito a periodi di tregua e ad iniziative di reciproco scambio di prigionieri, oltre ad un parziale ripristino dei collegamenti aerei e terrestri tra la parte occidentale e quella orientale del Paese.

L’accordo, annunciato tramite i canali social ufficiali dell’ONU, stila dodici punti fondamentali di comune accordo tra le parti. Ora la sfida, come ricorda l’Inviata speciale per la Libia Stephanie Williams, è garantire il rispetto dei termini dell’intesa. Decisivo per le sorti della prossima tappa di Tunisi 9 novembre, dove si andrà a delineare il nuovo assetto politico della Libia.

La buona riuscita della stabilità in Libia, è di vitale importanza anche in vista della ripresa dell’industria petrolifera, che si è vista inceppare nell’ultimo periodo.