La ripresa forse sta arrivando, sicuramente sarà lieve, e per molti non si sentirà. Tra questi centinaia di persone che non ce l’hanno fatta ad attenderla, e dopo anni si sono arresi.
Dopo che il tempo passa senza una svolta positiva, la speranza viene persa, e aumentano coloro che nel 2013 dopo tanto tempo hanno detto basta e si sono tolti la vita.
La Link Campus University nella ricerca al link http://lab.unilink.it/suicidi-per-motivi-economici-aggiornamento-gennaio-ottobre-2013/ ha raccolto i dati dei suicidi e dei tentati suicidi per ragioni economiche, del 2012 e dei primi 10 mesi del 2013. E’ evidente che l’Italia rimane uno dei Paesi con minore tasso di suicidi totali, con 6,3 ogni 100 mila abitanti, contro i 12 degli USA, i 21,7 del Giappone o i 14,7 della Francia (dati WHO), ma qui vediamo la tendenza dei suicidi per cause economiche e il loro aumento relativo.
Osserviamo quindi come si sono evoluti statisticamente:
Ebbene, nonostante il numero inferiore di mesi, i suicidi o i tentativi sono aumentati nel 2013, passando da 137 a 178, un balzo considerevole, favorito dal boom del mese di ottobre. Infatti se visualizziamo i dati mensili, possiamo osservare che dopo un picco ad aprile e un calo nei mesi estivi, a ottobre si sono superati i massimi, con 36 casi, tra tentativi e suicidi veri e propri, quanto all’incirca in precedenza si contava in due mesi:
Dove ci si suicida di più?:
L’aumento è stato generalizzato, ma certamente al Nord Ovest e ancora di più al Sud l’aumento dei suicidi per motivi economici è stato maggiore, contando anche i soli tentativi, certamente anche perchè al Sud storicamente questo fenomeno è stato meno rilevante.
A che età ci si suicida maggiormente?
Ebbene sembrano i 50enni i più colpiti da questo fenomeno, più del 60% ha tra i 45 e i 64 anni, ma un buon numero è anche tra 35 e i 44. In grandissima parte uomini. E del resto si scopre il perchè dalla statistica successiva che ci dice chi si suicida maggiormente per cause economiche:
Si tratta soprattutto, per più di metà del 50%, di disoccupati, ma se pensiamo all’incidenza, anche gli imprenditori sono tra i più colpiti essendo statisticamente meno.
Ed è chiaro che il disoccupato 50enne con poche prospettive di trovare lavoro, o l’esodato, o il piccolo imprenditore attanagliato dopo decenni di lavoro, dai debiti, sono i primi a essere colpiti dalla crisi, proprio perchè senza paracadute, alla fine anche di quei pochi ammortizzatori presenti in Italia, quando anche la cassa integrazione finisce, così come il fido delle banche.
Invertire questa tendenza sarà una delle maggiori urgenze della ripresa, e sarà certamente difficile, ma sarà anche necessario impostare diversamente un welfare ora totalmente squilibrato a sfavore di molti per evitare in periodi simili analoghi esiti.