Nucleare iraniano, scatta l’accordo 6 mesi di prova prima dell’accordo definitivo
Le trattative a Ginevra si sono protratte fino alle 3 di notte ma, finalmente, i leader dei 5+1 e la delegazione diplomatica di Teheran hanno raggiunto un accordo sul programma nucleare iraniano.
Prima che Washington rendesse pubblico il documento contenente i “first steps understendings”, la storica intesa era stata già annunciata su twitter prima da Zarif, ministro degli esteri dell’Iran, poi da Micheal Mann, portavoce del capo della diplomazia dell’UE Catherine Ashton.
Quest’ultima, presente alla seduta insieme ai vertici dell’agenzia atomica internazionale (aiea), ha siglato un accordo di 4 pagine con i rappresentanti della Repubblica Islamica: l’Iran si impegna a non arricchire l’uranio oltre il 5%, limite molto al di sotto di quello necessario alla costruzione della armi nucleari, smantellando le connessioni tecniche per arricchire oltre il 5%. Inoltre dovrà neutralizzare le riserve di uranio arricchito al 20% già in proprio possesso: diluendole sotto il 5% o in una forma tale che ne neutralizzi la possibilità di tornare nuovamente al 20%.
L’Iran non potrà installare centrifughe di nuova generazione e di nessun altro tipo se non quelle necessarie alla sostituzione di quelle danneggiate, dovranno essere lasciate inattive la metà di quelle operanti a Natanz e i tre quarti di quelle di Fordow.
Sospesi anche i progressi di arricchimento dell’uranio oltre il 3,5% e il reattore per l’arricchimento del plutonio della centrale di Arak non dovrà ricevere combustibile e non vi si potranno svolgere ulteriori test, installare nuove componenti, trasferire acqua pesante e nemmeno si potranno costruire impianti per separare il plutonio dal carburante utilizzato. All’aiea sarà data la possibilità di visitare in ogni momento le centrali di Natanz e Fordow, verranno fornite, alle autorità internazionali, anche le mappe della centrale di Arak. I 5+1 e l’Iran insieme ai tecnici dell’ONU formeranno una “commissione congiunta” per monitorare la centrale di Parchin, che rappresenta la “dimensione militare” del nucleare iraniano.
Secondo gli ispettori dell’aiea, che hanno compiuto delle verifiche con il mandato ONU, gli iraniani, possiedono oltre 7000 kg di uranio arricchito al 5% e quasi 200 kg di uranio arricchito al 20%. L’Iran è ancora molto distante dalla costruzione di ordigni atomici e dal limite di 240 kg di uranio al 20%, ritenuto intollerabile da Israele. Tel Aviv, tuttavia, ritiene quello di Ginevra un pessimo accordo e che il mondo adesso sia un posto più “pericoloso”.
Nel frattempo il paese di Rohani e Khamenei, grazie all’accordo che secondo alcuni ufficializza la fine della “guerra fredda nel Medioriente”, otterrà l’accesso a 4,2 milioni di dollari frutto di contrattazioni petrolifere che, fino ad ora, erano stati congelati all’interno di banche internazionali. Presto diverranno disponibili anche 400 milioni di dollari da stanziare nell’educazione. Sempre in base all’accordo, Teheran, potrà cominciare la compravendita di metalli preziosi e di automobili, per un valore di 1,5 miliardi di dollari, oltre a poter acquistare ricambi per i propri aerei civili, potrà parzialmente ricominciare a vendere petrolio per finanziare la ripresa economica. Tra sei mesi, durante i quali si svolgeranno i controlli degli ispettori internazionali, i 5+1 incontreranno nuovamente i rappresentanti del Presidente Rohani per firmare un accordo definitivo e a lungo termine.
Nel caso in cui questa intesa andasse a buon fine, tolte le sanzioni, l’Iran potrà ricominciare a esportare petrolio senza limitazioni di sorta. In totale, i 5+1, hanno ridotto di 7 miliardi di dollari, sui 100 totali, le sanzioni nei confronti della Repubblica islamica.