Roma, in consiglio comunale gomitata a Marino. Neanche il tempo di cominciare, ed è già caos. La prima seduta per l’approvazione del bilancio di Roma Capitale finisce con il sindaco Marino colpito da una gomitata in testa. Ieri sera, eccezionalmente di domenica, in Campidoglio è partita la maratona per l’approvazione del bilancio: la manovra va licenziata entro fine mese.
Approvazione bilancio: consiglio comunale tra fischi e tensioni – La tensione si respira sin dall’inizio: da giorni il centrodestra minaccia un’opposizione durissima. Al centro dell’aula Giulio Cesare, i faldoni con le decine di migliaia di emendamenti presentati dalle opposizioni. Fischi, urla, accuse: è in questo clima che trascorre la prima oretta. Poi, la situazione degenera. Intorno a Mirko Coratti, presidente dell’assemblea Capitolina, piombano alcuni consiglieri del centrodestra, convinti che la votazione dell’ordine del giorno vada contro il regolamento e dunque sia da annullare.
Sindaco Ignazio Marino colpito da una gomitata – La scena si ripete più di una volta. Seduto davanti a Coratti, c’è il sindaco Marino sul suo scranno. Lì intorno si accende una zuffa. Dario Rossin (Fratelli d’Italia) e Gianluca Peciola (capogruppo di Sel) quasi vengono alle mani. Vola una gomitata che centra in testa Ignazio Marino. Il gomito è quello di Dario Rossin, che dice “io non me ne sono nemmeno accorto, e appena mi hanno riferito dell’accaduto sono prontamente andato dal sindaco a scusarmi”. Impressione un po’ diversa l’ha avuta il Marino, secondo il quale la gomitata non è stata involontaria: “Ho un bernoccolo in testa. Non ho visto chi fosse. Ho visto solo una figura urlante che usava turpiloquio. Non so chi sia e non sono neanche intenzionato a conoscerlo”. Marino a quel punto ha lasciato l’aula: mano sulla testa, tra i flash dei fotografi che la scena non se la sono lasciata sfuggire. Il sindaco si è spostato nella sala delle Bandiere e gli è stato portato del ghiaccio. A fatica, la seduta è ripresa.
Alemanno condanna il gesto – Gianni Alemanno ha raccontato di essere andato subito dal sindaco per sincerarsi delle sue condizioni. L’ex primo cittadino ha condannato il gesto, pur sottolineandone l’involontarietà. Il centrosinistra però accusa. “La Destra inizia la discussione sul Bilancio facendo la Destra. Aggressione squadrista alla Presidenza e colpi a me e al sindaco” ha scritto Peciola sul proprio profilo facebook.
Il M5S si dissocia dal gesto – Il Movimento 5 Stelle si è dissociato praticamente in diretta. Mentre in aula Giulio Cesare le urla non si placavano, i pentastellati scrivevano sul proprio sito: “Il Movimento 5 stelle si dissocia profondamente da quanto sta accadendo ora in Assemblea Capitolina, dalle urla, dagli insulti, dalle minacce. È un teatrino condotto dalla maggioranza e dalle opposizioni che mercanteggiano sul bilancio. E a farne le spese sono sempre i cittadini”.
Che succede adesso? – Le opposizioni non hanno intenzione di arretrare. Alessandro Onorato, che è capogruppo della Lista Marchini, ha twittato: “ostruzionismo: quando lo fa il Pd è democratico, quando lo facciamo noi è da irresponsabili. Il commissario non potrà fare meno o peggio di quello che ha fatto Marino in questi sei mesi”. Alemanno indica al sindaco la sua via per uscire dall’angolo: un colpo d’ala, far ripartire la città, a cominciare dagli interventi sull’urbanistica. Altrimenti resta in piedi quell’ipotesi accarezzata da molti ambienti del centrodestra romano, tentati dall’idea di far scattare il commissariamento.
Termine ultimo per approvazione bilancio comunale – Poco prima di diventare il protagonista della serata, Rossin aveva esposto un cartello in rima: “Consiglio domenicale, Marino a casa prima di Natale”. La manovra va approvata entro il 30 novembre. Altrimenti il prefetto potrebbe avviare le procedure per il commissariamento. Manca una settimana. Che a quanto pare sarà piuttosto intensa.