Tre anticipi, pochi gol ma emozioni a non finire. Il sabato del tredicesimo turno di Serie A ci regala sorprese davvero inaspettate. A Verona, nel derby tra Hellas e Chievo, per 90 minuti regna l’assoluto equilibrio. Eugenio Corini, da pochi giorni nuovo allenatore clivense, disegna un 4-5-1 inedito per sfruttare le fasce e mettere in difficoltà l’organizzata macchina di Mandorlini. Il vero protagonista del match è senza dubbio l’arbitro Marco Guida, il quale al quinto minuto annulla un gol regolare di Cesar, poi nega un rigore all’Hellas per un fallo di mani dello stesso difensore clivense.
Quando ormai la partita sembra essersi incanalata sulla via del pareggio il Chievo passa. Minuto 92, Hetemaj serve Lazarevic, il quale batte Rafael, decide il derby e riscatta un avvio di stagione anonimo. I 2000 tifosi ospiti possono festeggiare una vittoria inaspettata, una vittoria che riaccende le speranze di salvezza.
Anche a Milano le emozioni non si fanno attendere. Il Genoa infatti riesce a bloccare al San Siro un Milan spento e deludente. Nonostante la superiorità numerica i rossoneri falliscono più volte il gol vittoria e a fine partita subiscono l’ira dei tifosi. Il Genoa di Gasperini, schieratosi con il solito 3-4-3, si presenta a Milano senza timori reverenziali e punta a fare la partita. A passare in vantaggiò però è il Milan. Dopo quattro minuti di gioco De Jong lancia Kakà. Il brasiliano, con la fascia da capitano al braccio, controlla di destro e batte Perin facendo esplodere il San Siro. L’immediato vantaggio del Milan però non spegne le ambizioni dei rossoblù: passano pochi minuti e il Genoa perviene al pareggio. Emanuelson commette fallo su Fetfatzidis, Gilardino dal dischetto spiazza Abbiati: è 1-1.
Il Milan si spinge alla ricerca del nuovo vantaggio, sospinto da un ritrovato Kakà e da Balotelli. Al trentacinquesimo Manfredini si fa espellere atterrando in area Super Mario. Dal dischetto si presenta lo stesso Balotelli, il quale però deve fare i conti con un grande Perin. Il portierino rossoblù infatti para il rigore e mantiene il risultato in parità. La seconda frazione di gioco è a dir poco surreale: i padroni di casa continuano a deludere e sugli spalti scoppia la protesta. Il grido “Andate a lavorare”, seguito da numerosi striscioni contro squadra, allenatore e società, fa da cornice agli ultimi minuti della partita. Al triplice fischio la situazione è bollente: 400 tifosi manifestano la loro rabbia in prossimità dell’uscita dallo stadio. Solo il colloquio tra la tifoseria e il duo Kakà-Abbiati riesce a placare la contestazione. Il malumore di Gallianie il solito sfogo su Twitter di Balotelli completano l’opera: a poche ore dal match di Champions la situazione in casa Milan è tutto fuorchè tranquilla.
Se i rossoneri escono malconci dall’anticipo di sabato il Napoli di certo non può dirsi più felice. Impegnati al San Paolo contro il Parma, gli uomini di Benitez subiscono una cocente sconfitta
e si avvicinano al match fondamentale contro il Borussia Dortmund con il loro fuoriclasse, Marek Hamsik, uscito a dieci minuti dalla fine per infortunio. Il primo tempo, nonostante la pioggia, è ricchissimo di emozioni. Il Parma, sceso in campo con il consueto 3-5-2, non rinuncia ad attaccare e con Sansone confeziona due importanti palle gol. Dall’altra parte è sempre Higuain a rendersi pericoloso, chiamando per due volte Mirante al miracolo.
A decidere un match equilibratissimo ci pensa il genio di Antonio Cassano. All’81’ Insigne perde un brutto pallone che innesca il contropiede gialloblù. Fantantonio, dal limite dell’area, decide di sorprendere tutti e con una tiro da biliardo trafigge Pepe Reina. Il gol degli ospiti gela il San Paolo, l’infortunio di Hamsik aumenta esponenzialmente la preoccupazione. Il Parma torna a casa con tre punti fondamentali, il Napoli invece si avvicina al match spareggio di Dortmund con i peggiori presagi possibili.