Le carte di Berlusconi: tutto noto già nel 2006
“In totale contiamo di avere 12 testimonianze di cui più della metà, credo 7, completamente nuove”. Probabilmente è l’ultima difesa di Silvio Berlusconi al fine della revisione del processo presso la Corte d’appello di Brescia. I contenuti del monologo, tenutosi presso la sede della rinata Forza Italia a San Lorenzo in Lucina, dovrebbero – secondo l’ex premier – modificare la storia del processo Mediaset per il quale è stato condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale, confermata dalla Corte di Cassazione il 1 agosto 2013.
Alla conferenza, il Cavaliere ha letto la testimonianza della signora Domenique Appleby, amministratore delegato del gruppo di Frank Agrama, agente condannato per lo stesso processo come socio in frode di Berlusconi. Questa dichiarazione giurata scagionerebbe Berlusconi perché Agrama mai fece a mezzo con l’ex premier dei proventi realizzati dall’Erario. Da qui lo shock della donna per la conoscenza della condanna del Cavaliere. Secondo la sentenza emessa poco più di quattro mesi fa, Berlusconi avrebbe coordinato un sistema per gonfiare i costi della compravendita dei diritti tv, al fine di accantonare fondi neri all’estero attraverso un suo uomo di fiducia, il manager Daniele Lorenzano.
Appleby afferma che la situazione si svolgeva nel seguente modo: “Gordon per conto di Paramount”, di cui era il capo “vendeva alla società di Agrama a prezzi inferiori rispetto a quelli che venivano passati a Mediaset. Lorenzano diceva in Paramount che Agrama rappresentava Mediaset e Gordon lo confermava. Così le persone di Paramount pensavano che Agrama rappresentasse Mediaset e le persone di Mediaset che Agrama rappresentasse Paramount”.
Berlusconi, condannato a quattro anni di cui tre indultati, giura che gli uomini in malafede erano altri. I prezzi dei programmi televisivi erano gonfiati a sua insaputa. Per questo presenterà un’istanza di revisione della condanna presso la Corte d’Appello di Brescia.
C’è un fatto di cui non si è trattato nella conferenza stampa: Appleby, apparentemente sconvolta dalla notizia del coinvolgimento dell’ex premier, in verità già sapeva dell’inchiesta. Le sue dichiarazioni non ribaltano proprio nulla, sono bensì smentite dai documenti processuali. Secondo Berlusconi, al contrario, l’inchiesta sui diritti Mediaset, sarebbe stata sconosciuta all’ex a.d. del gruppo Agrama fino a giugno. E l’istanza di revisione può essere richiesta solo in presenza di novità evidenti.
La situazione era arcinota, invece. Le prossime ore saranno cruciali per capire il destino di uno dei personaggi che maggiormente ha influenzato la vita politica e sociale della penisola.