L’Ocse lancia l’allarme pensioni “Rischio povertà per le generazioni future”
Generazioni future a rischio povertà. A lanciare l’allarme è l’Ocse, secondo cui in Italia “l’adeguatezza dei redditi pensionistici potrà essere un problema” per le generazioni future, e “i lavoratori con carriere intermittenti, lavori precari e mal retribuiti sono più vulnerabili al rischio di povertà” durante la vecchiaia. Tutta colpa, secondo l’organizzazione parigina, di metodo contributivo e assenza di pensioni sociali. Per il momento però, secondo il rapporto “Pension at a Glance 2013”, gli over 65 anni italiani hanno redditi sopra la media Ocse (in media 23.306 dollari l’anno, contro la media di 21.480 dollari).
La percentuale sul reddito nazionale è del 93,3%, contro una media Ocse dell’86,2%, mentre i contributi previdenziali in Italia sono al top dell’area Ocse: nel 2012 si situano al 33% del totale lordo della retribuzione, complessivamente pari al 9% del pil e al 21,1% del totale delle tasse. La media Ocse è del 19,6%, pari al 5,2% del pil e al 15,8% del totale delle tasse. Anche il tasso di povertà in Italia tra gli anziani è in calo. Nel 2010 gli over 65 poveri sono l’11%, contro il 14,5% del 2007 e contro il 13% del tasso di povertà medio nazionale. Nei paesi Ocse il tasso di povertà degli over 65 è del 12,8% nel 2010, contro il 15,1% del 2007 e l’11,3% del tasso di povertà medio. L’11% dell’Italia e’ in linea con quello del Belgio, il 10,5% della Germania e peggio del 5,2% della Francia. Se tutto sommato gli attuali pensionati se la cavano, i salari dei lavoratori italiani sono al di sotto della media Ocse. In media in Italia nel 2012 un lavoratore percepisce 28.900 euro, pari a 38.100 dollari, al di sotto dei 42.700 dollari medi dell’Ocse, sui quali pesano i 94.900 dollari degli svizzeri, i 91 mila dollari dei norvegesi, i 76.400 dollari degli australiani, i 59 mila dollari dei tedeschi e i 58.300 dollari degli inglesi, superiore ai 47.600 dollari degli statunitensi.