Grande Colombia, la rivoluzione pioneristica di Bolívar e Sucre
Dopo la vittoria di Boyacá (7 agosto 1819), il generale venezuelano Simón Bolívar liberò la Colombia dal dominio spagnolo ed ebbero inizio le guerre d’indipendenza decisive in America meridionale. Nel dicembre 1819, Bolívar creò la Grande Colombia, una federazione che comprendeva gli attuali territori di Venezuela, Colombia, Panamá, ed Ecuador, e si proclamò presidente.
In seguito, nel giugno 1820, il generale spagnolo Pablo Morillo, noto anche come El Pacificador, avviò i negoziati con il generale venezuelano e i suoi seguaci: il 26 novembre dello stesso anno, a Santa Ana de Trujillo, Bolívar e Morillo s’incontrarono finalmente per firmare l’armistizio e il trattato di “regolamentazione della guerra”, che metteva fine alla guerra “combattuta fino alla morte” fra gli indipendentisti e i realisti.
Questo trattato è ancora oggi considerato come il precursore del diritto internazionale umanitario in Occidente. Il testo fu redatto dal generale venezuelano Antonio José de Sucre, conosciuto anche come Gran Mariscal de Ayacucho, e considerato come uno dei più leali uomini di Bolívar.
Il testo fu definito da Bolívar “el más bello monumento a la piedad aplicada a la guerra” e, inoltre, egli era fortemente interessato alla sua ratifica, poiché la Grande Colombia era riconosciuta come nazione belligerante e la rivoluzione ridefinita conseguentemente come una vera e propria guerra internazionale fra Stati sovrani, sebbene per le sue caratteristiche rimanesse comunque una vera e propria guerra civile.
Tuttavia, l’armistizio durò appena sei mesi e, nel frattempo, entrambi gli eserciti in conflitto mantennero le rispettive posizioni occupate fino al momento della firma dello stesso trattato, che così recitava: “D’ora in poi fare la guerra tra la Spagna e la Colombia sarà condotta come fanno le persone civili”.
E sebbene siano trascorsi quasi 200 anni da quando furono scritte queste parole, tutt’oggi il “diritto di guerra” non è sempre rispettato, e ciò ha facilitato anche il compimento di moltissimi crimini contro le popolazioni civili.