“Un’ipotesi assurda e, nella situazione attuale, irreale“. Non ha mezzi termini l’avvocato Franco Coppi nel commentare l’ipotesi di arresto a carico di Silvio Berlusconi, formulata da un giornalista durante la conferenza stampa che ha tenuto oggi insieme al legale storico del Cavaliere, Niccolò Ghedini. Si parlava della strategia alla base della richiesta di revisione del processo “diritti tv” che ha portato alla condanna definitiva di Berlusconi: da lì – e dall’applicazione della “legge Severino” dipende l’incandidabilità e la decadenza su cui il Senato voterà domani.
Gli avvocati del Cavaliere continuano a sostenere l’assoluta regolarità nelle compravendite dei diritti: “Eventualmente – ha precisato Ghedini – ci sono stati dirigenti infedeli che hanno messo in piedi meccanismi fraudolenti per ottenere dei vantaggi“. Anche per questo, immaginare un possibile arresto di Berlusconi sarebbe “oltre il limite della stessa provocazione”, nonostante i processi ancora pendenti. Dice Coppi di non credere a una persecuzione giudiziaria nei confronti di Berlusconi da parte dei giudici, “ma ritengo che la sentenza Mediaset sia ingiusta”.
Nella stessa conferenza si è parlato dei testimoni a favore del Cavaliere (in vista di una revisione del processo), che sarebbero più dei sette di cui aveva parlato ieri Berlusconi (“Ve ne sono altri – ha precisato Ghedini – anche di maggior pregnanza”). La tesi di Berlusconi addossa ogni responsabilità del sistema di costi gonfiati sui diritti tv per creare fondi neri, sul coimputato (e condannato) Frank Agrama: ciò risulterebbe, a suo dire, da una dichiarazione scritta da Dominique O’Reilly-Appleby, manager del gruppo del produttore statunitense. Per Berlusconi sarebbe una teste-chiave; per chi conosce i contenuti dell’inchiesta, si tratta di una testimonianza non del tutto credibile.
Non ci stanno a far configurare le “rivelazioni” come elementi arrivati fuori tempo massimo: gli avvocati sottolineano che l’emersione delle prove non dipende da loro: “Il fatto nuovo non è che la signora O’Reilly avesse una cointeressenza economica con Agrama, ma che lo abbia dichiarato adesso”. Non sono mancate, da parte dell’avvocato Coppi, critiche all’operato dei giudici che non hanno esaminato tutti i testimoni, non consentendo “un esercizio pieno del diritto di difesa”.
Gabriele Maestri