Manifestazione di Forza Italia. Berlusconi: “Decadenza è lutto per la democrazia”
Pomeriggio di fuoco per la politica italiana. Contemporaneamente al voto del Senato (anticipato alle 17) sulla decadenza di Silvio Berlusconi, si è tenuta davanti a Palazzo Grazioli, residenza romana del Cavaliere, la manifestazione di Forza Italia. L’iniziativa dei fedelissimi azzurri ha contribuito, e non poco, ad arroventare il clima di queste ultime ore.
Uno striscione appeso dai manifestanti alle finestre di Palazzo Grazioli recante la scritta “Colpo di Stato” e immediatamente rimosso dalle forze dell’ordine. Il comportamento della polizia ha indispettito molto lo stato maggiore berlusconiano che, per bocca dei capigruppo Brunetta e Romani, ha dichiarato: “Giudichiamo molto grave quanto accaduto e, in attesa di chiarimenti preannunciamo sin d’ora interrogazioni urgenti al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, affinché venga fatta piena luce su questo inaccettabile episodio”.La Questura, però, ha smentito la ricostruzione effettuata dai forzisti: “Gli agenti non hanno rimosso e sequestrato il cartello ma hanno invitato i manifestanti a rimuoverlo”.
Un’altra polemica si è creata riguardo ai pullman dei militanti: gli esponenti del partito azzurro hanno accusato l’impossibilità dei mezzi di avvicinarsi a Via del Plebiscito, adiacente a Palazzo Grazioli e sede del sit-in forzista.
In Via del Plebiscito è salito sul palco l’ex premier, che subito dopo volerà ad Arcore, disertando dunque Palazzo Madama. Di fianco al palco è stato installato un maxi-schermo che proietta in continuazione immagini del Cavaliere, dalla discesa in campo del 1994 in poi.
L’INTERVENTO DEL CAVALIERE – Berlusconi esordisce ringraziando i militanti: “Grazie per il vostro affetto. Questo è un giorno di lutto per la democrazia“. “Sono vittima di una magistratura di sinistra che dal 1994 mi perseguita“. Poi il Cavaliere tranquillizza la piazza, rimarcando la natura “pacifica” della manifestazione, visto che “noi non abbiamo l’odio e l’invidia nel cuore”.
Tema forte dell’intervento dell’ex premier è, come al solito, l’attacco ai giudici. “La sinistra ha piazzato i suoi uomini nei collegi giudicanti che mi hanno condannato. La mia condanna definitiva nel processo Mediaset è basata solo su teoremi e congetture, capovolgendo due sentenze della Corte Costituzionale che sugli stessi fatti mi avevano assolto con formula piena”.E ancora: “Il Senato ha avuto fretta di farmi decadere. La legge è stata calpestata, visto che è stata retroattivamente applicata a fatti di 30 anni fa una legge approvata l’anno scorso. Inoltre il regolamento del Senato prevedeva il voto a scrutinio segreto ma, infischiandosene di tutto, hanno unilateralmente deciso che il voto dovesse essere palese”.
“Chiederemo la revisione del processo -continua Berlusconi -. Sono sicuro che uscirò da tutto con una completa assoluzione. E allora io chiedo a questi signori che mi hanno fatto decadere cosa faranno. Non faranno niente. E’ il giorno che aspettavano da 20 anni”. “Ma noi non ci ritireremo in un convento. Da oggi, giorno di lutto per il diritto, nessuno può stare tranquillo per la propria libertà. Non disperiamo. Anche da non parlamentare si può continuare a combattere. Renzi e Grillo, leader degli altri partiti, non sono in Parlamento”.
Poi l’ex premier torna su un suo vecchio cavallo di battaglia, ovvero quello della scarsa governabilità del paese, accusando gli italiani di “non aver ancora imparato a votare” disperdendo i consensi tra le piccole formazioni politiche, rendendo obbligatoria la creazione di governi di coalizione. Infine Berlusconi rilancia la creazione dei “Club Forza Silvio”, da costituire sul territorio per avvicinare il più alto numero di persone al centrodestra, “convincendoli a diventare soldati della libertà e della democrazia”. “Già l’8 dicembre festeggeremo i primi 1000 club in Italia”. Frecciata finale ad Alfano e al Nuovo Centrodestra: “Noi non tradiremo mai i nostri elettori”.