Una analisi dei flussi tra le primarie del Partito Democratico del 2009 e quelle del 2013
Con la pubblicazione dei dati quasi1 definitivi delle votazioni degli iscritti al Partito Democratico per la Segreteria si può tentare di analizzarli secondo le tecniche di Goodman, confrontandoli coi dati delle elezioni per la Segreteria del 2009, sempre a livello di circoli.
Per semplificare l’analisi si è considerato come corpo elettorale quello degli iscritti del 2009, una assunzione che può sembrare forte ma che in realtà è giustificata dal fatto che il numero di iscritti nel 2013 è inferiore a quello del 2009, come pure lo è il numero di votanti, sia in assoluto che in percentuale, cosicché si può considerare i tesserati del 2013 un sottoinsieme di quelli del 2009, stimando non significativo l’afflusso di neo-iscritti per il 2013.
Con questi presupposti, e un minimo di riallineamento dei dati2, si è proceduto all’analisi che per inciso non ha presentato particolari difficoltà.
La scomposizione del voto del 2009
Al voto del 2009 si presentarono in tre, Bersani, Franceschini e Marino con il primo che risultò vincitore con oltre il 55% su oltre 460mila voti, poco più del 56% degli iscritti.
Degli elettori di Bersani la percentuale maggiore, oltre il 38%, finisce nel 2013 per votare Cuperlo, mentre un non disprezzabile 22,4% sceglie Renzi. Agli altri 2 candidati Civati e Pittella finiscono le briciole: 5.4% per il primo, 6.1% per il secondo. Da notare che oltre il 27% degli elettori di Bersani nel 2013 si astiene: può sembrare una percentuale notevole, tuttavia l’elettorato bersaniano risulta quello più costante nel voto. In effetti la mozione Franceschini diserta in modo massiccio le urne con quasi il 58% di astenuti, del restante 42% la stragrande maggioranza, il 37% vota per Renzi e il resto si dirige su Cuperlo. Poco o nulla si dividono Civati e Pittella.
Per quanto riguarda la mozione Marino gli astenuti sono poco meno del 50% mentre il grosso del suo elettorato si dirige verso Cuperlo, con oltre il 37%, un dato tutto sommato sorprendente se si pensa che Civati, che fu uno degli animatori della mozione,eredita dal sindaco di Roma solo poco più del 10% dei voti. Parecchio peggio di lui fanno però Renzi, con un magro 2,8% e Pittella che non riesce a prendere neppure un voto.
La distribuzione del voto nel 2013
Alle primarie per la segreteria del PD nel 2013 si presentano 4 contendenti: Matteo Renzi, Gianni Cuperlo, Pippo Civati e Gianni Pittella.
Nella distribuzione del voto possiamo notare che Renzi gode di un consenso abbastanza trasversale: se infatti pesca in maniera principale dalla mozione Franceschini del 2009 dalla quale eredita il 46% dei voti, anche gli ex-elettori bersaniani partecipano con quasi il 40% al bottino del sindaco di Firenze. Se poi è risibile per non dire nullo l’apporto di voti dalla fu-area Marino, Renzi tuttavia recupera quasi il 13% dei suoi voti dall’area del non voto, nella quale possiamo includere senza troppi problemi anche i neo-iscritti. Da notare che sebbene sia Pittella che Civati pescano di più nell’area del non-voto in termini percentuali, in termini assoluti la mozione Renzi è quella che attira più voti.
Per ciò che riguarda Gianni Cuperlo invece non sorprende che oltre il 77% dei suoi elettori avessero espresso nel 2009 la preferenza per Pierluigi Bersani, mentre è per certi versi rimarchevole il quasi 11% che gli viene dalla mozione Marino. Da notare è anche il fatto che Cuperlo sia quello che peschi meno dall’area del non-voto, a sottolineare come sia votato principalmente da quello che potremmo definire semplicisticamente l’apparato, e che possiamo considerare come l’elettorato più costante e motivato, mostrando però chiara difficoltà ad andare oltre esso.
Lo stesso Pittella che pure vede l’84% dei suoi elettori provenire dalla mozione Bersani, tuttavia ha un robusto 16% di voti recuperati tra non votanti del 2009 e neo-iscritti.
Ma, come detto, è Pippo Civati il candidato che con il 35,5% riceve più voti in percentuale dagli astenuti e dai neo-iscritti, a sottolineare una candidatura molto aperta, forse troppo, all’esterno del partito. Tuttavia il blocco principale degli elettori di Civati, oltre il 46% viene dalla mozione Bersani, e solo il 13,9% dalla mozione Marino, un dato sorprendente come si è detto prima. Completa il quadro un minimo ma non disprezzabile apporto dall’area Franceschini
[1] non sono ancora pervenuti i risultati delle province di Catanzaro, Salerno e Lamezia Terme
[2] I risultati di Termoli per il 2013 sono stati accorpati a quelli di Campobasso, visto che tale ripartizione mancava nel 2009. Lo stesso dicasi per Palermo città e provincia, separati nel 2009 e accorpati nel 2013.