Capipopolo extraparlamentari: Grillo, Berlusconi e Renzi.
Da oggi nessuno tra i leader degli schieramenti più votati alle ultime elezioni politiche siede in Parlamento. Con biografie e percorsi diversi, con una forzatura giornalistica, possiamo dire di avere in Italia tre leader extraparlamentari.
Beppe Grillo, dalla cui intuizione e dalle cui invettive è nato il Movimento 5 Stelle, ha scelto di non candidarsi alle elezioni politiche. Grillo esercita la sua leadership dall’esterno del Palazzo: più di preciso opera dal blog e con apparizioni in giro per l’Italia (l’ultima a Genova in occasione della protesta dei ferrotranvieri).
Silvio Berlusconi è stato per vent’anni il motore del centrodestra in Italia. Nella stessa settimana della scissione del Pdl (ora Forza Italia più Nuovo Centrodestra guidato da Alfano) è decaduto da senatore dopo aver difeso, con molta tenacia, il suo scranno parlamentare.
Matteo Renzi è sindaco di Firenze e si appresta, se saranno confermate le previsioni di una sua vittoria alle primarie del Pd dell’8 Dicembre, a guidare il Partito Democratico.
Cosa hanno in comune Grillo, Berlusconi e Renzi? Pur in modo diverso tra loro, comunicano un’idea di estraneità alle cosiddette ‘logiche del Palazzo’. Grillo lo fa anche insultando. Berlusconi ha nel tempo performato l’immagine di uomo ‘prestato alla politica’ e trascurando il dettaglio per il quale frequenta e vive la politica da protagonista sin dal 1994. Renzi spiega (specie in queste settimane di campagna elettorale per le primarie) ogni volta che ne ha l’occasione che la sua principale preoccupazione di politico riguarda la vita dei cittadini. Da qui la volontà di Renzi di ricandidarsi sindaco di Firenze, anche in caso di vittoria alle primarie.
I capipopolo extraparlamentari da cui dipende il Parlamento – L’affermazione elettorale di Grillo, la permanenza ventennale sulla scena politica di Berlusconi e l’ascesa tutto sommato rapida di Renzi dimostrano in maniera indiscutibile che la politica è, sempre più, scissa dalle istituzioni. Con un meccanismo in cui gli elettori tendono a premiare o preferire chi prende le distanze dalle stesse istituzioni.
C’è però in questo una grande contraddizione. A Grillo, Berlusconi e Renzi fanno capo gran parte dei parlamentari. Neanche troppo strano se si pensa che molti di quei parlamentari devono la loro elezione (o nomina?) proprio a quei capipopolo extraparlamentari.