L’Africa del petrolio. Notizie recenti parlano di un nuovo ricco giacimento di petrolio scoperto nel nord del Kenya. E’ il quarto dal maggio del 2012 quando il paese entrò, di fatto, nel club petrolifero. Nuovi giacimenti sono stati scoperti anche in Mozambico, oltre a quelli già ritrovati nell’estremo nord. Una compagnia sudafricana starebbe progettando un oleodotto che colleghi i giacimenti di greggio scoperti in Congo, nella regione del Grandi Laghi, al porto mozambicano di Beira.
L’oleodotto potrebbe essere utilizzato anche per trasferire greggio dal Mozambico, che è un paese che ne avrà in abbondanza, alla Repubblica Democratica del Congo che, vista la sua grandezza e le necessità minerarie, potrebbe in futuro averne bisogno. Insomma l’Africa Orientale sembra essere in corsa per superare in importanza produttiva l’Africa Occidentale che è sempre stata l’Africa Petrolifera (Nigeria, Angola, Gabon Congo-Brazzaville).
La costa del Pacifico ha anche un vantaggio geografico e strategico: è dalla parte giusta, cioè più vicino ai paesi emergenti dell’Asia che sono quelli che avranno più necessità energetiche (e anche grandi possibilità finanziarie) nei prossimi anni. Il mondo cambia e, in questo caso, i mutamenti in corso in Africa sono cruciali per definire il futuro assetto geo-politico del pianeta.
L’Africa oggi già da sola potrebbe essere una sorta di OPEC, cioè l’organizzazione dei paesi petroliferi che tanta parte ha avuto nelle relazioni politiche degli ultimi decenni dello scorso secolo. Oggi il club petrolifero si è talmente allargato che i vecchi paesi produttori sono quasi minoritari, in termini assoluti di produzione.
L’Opec, un tempo, doveva limitare la produzione dei Paesi aderenti per mantenere alto il prezzo al barile del greggio. Oggi non ce n’è bisogno anche se l’offerta è enormemente aumentata. Il motivo (o uno dei motivi) è che si sono affacciate sul mercato potenze che hanno un estremo, vitale, assoluto bisogno di energia.
L’Africa risponderà a questo bisogno e contribuirà ad allargare il benessere nel mondo. Ma gli africani si dovrebbero soprattutto porre il problema di capitalizzare a proprio vantaggio la loro posizione strategica. Di questo ci sono ancora pochi segnali concreti. Quelle classi dirigenti corrotte e onnivore che non hanno distribuito la ricchezza nel passato sono sempre le stesse e non promettono di trasformare i proventi energetici in scuola, sanità, posti di lavoro, protezione sociale.