Berlusconi decaduto, subentra Ulisse Di Giacomo e va con Alfano
Berlusconi decaduto, subentra Ulisse Di Giacomo e va con Alfano. Tanto tuonò che piovve. Berlusconi, con il voto di ieri, è decaduto da senatore. Gli subentra Ulisse Di Giacomo, ex coordinatore regionale del Pdl ed ex assessore alla Sanità del Molise. Il commento del neo senatore: “In un Paese normale, questo dovrebbe essere un giorno normale, dove la legge dello Stato viene applicata ad una persona, anche se di rilievo, come sarebbe applicata a chiunque”. Di Giacomo è senatore già da ieri sera. Infatti la Giunta delle elezioni, su richiesta di Pietro Grasso, ha convalidato con una seduta la sua elezione appena un’ora dopo il voto di decadenza per Berlusconi.
Di Giacomo “Il Molise di riappropria di un seggio sottratto” – Ulisse Di Giacomo, candidato nelle liste del Pdl in Molise, in occasione delle ultime elezioni politiche ha già fatto sapere che non aderirà a Forza Italia. “Con il voto odierno, il Molise si riappropria di un seggio sottratto per miopia politica. Io resto nel centrodestra ma non in Forza Italia. Nei prossimi giorni prenderò contatti con il movimento di Alfano. Non ho parlato finora per non far incrociare la mia vicenda personale e quella del mio Molise, con una storia molto più grande.
Di Giacomo sosterrà il Governo Letta – “Sono sempre stato dell’idea che il governo Letta dovesse continuare e quindi lo sosterrò dall’interno della maggioranza, nel Nuovo Centrodestra, anche perché i toni e la linea di Forza Italia visti anche in quest’ultimo passaggio, non mi sono piaciuti”.
Di Giacomo ed i motivi risentimento verso Forza Italia – Mesi fa Ulisse Di Giacomo aveva spiegato i motivi di risentimento verso il suo ex partito: “A suo tempo non mi ha fatto piacere sapere della mia estromissione dal Senato tramite la stampa. Nessuno ebbe la correttezza e la dignità di avvertirmi”. Di Giacomo aveva attaccato lo stesso Berlusconi: “non possiede i criteri morali per ricoprire la carica di parlamentare. Non lo dico io, lo dicono i tre gradi di giudizio ai quali è stato sottoposto. Chi viene condannato a quattro anni di carcere non risponde ai requisiti che la stessa Costituzione prevede”.
(Giuseppe Spadaro)