Adriano Galliani e il Milan si dicono addio. Lo storico dirigente brianzolo, dopo 27 anni di successi, lascerà la società rossonera, dopo la partita di Champions League contro l’Ajax di mercoledì 11 dicembre. Negli ultimi periodi i rapporti tra Galliani e Barbara Berlusconi si erano fatti davvero difficili per alcune dichiarazioni al veleno da parte della figlia del Cavaliere. Un divorzio doloroso, ma che era già nell’aria da diversi mesi. Ed oggi è ufficiale.
Le dichiarazioni rilasciate all’Ansa sono durissime: “Lascio con o senza buonuscita. Mi dimetto per giusta causa nei prossimi giorni, forse aspetto la partita di Champions contro l’Ajax”. L’ex, oramai, amministratore delegato e vicepresidente rossonero, smentisce tutte le voci relative ad una ricca buonuscita di circa 50 milioni di Euro.
“Ho subito un grave danno d’immagine”. Dall’ingresso in società di Barbara Berlusconi, per Galliani sono effettivamente cominciati i guai. La futura presidentessa rossonera, nei suoi primi giorni a Milanello, aveva accusato il dirigente di “aver speso poco e male” nelle ultime stagioni. Troppo per chi, come Galliani, ha salvato il Milan dall’Inferno di un sicuro fallimento. In questi 27 anni, saranno 28 a febbraio, il Diavolo è diventato uno tra i club più titolati al Mondo. 28 trofei vinti, tra i quali 8 Scudetti e 5 Champions League: riuscirà la bella Barbara con il suo entusiasmo a fare meglio?
“Si è detto che il Milan spende male e non ha una rete di osservatori come Roma e Fiorentina, ma la Roma negli ultimi 5 anni è andata in Champions una volta e la Fiorentina mai”. E’ un Galliani davvero furibondo, che inoltre precisa: “Il Milan ha da due anni il bilancio in pareggio, le altre società hanno montagne di debiti”. Il bilancio è importante, certo, ma anche la fiducia dei tifosi, che da troppo tempo stanno assistendo a stagioni completamente anonime da parte dei rossoneri. Ok il fair play finanziario, però…
“Sono d’accordo con il ricambio generazionale ma fatto con eleganza, non in questo modo”. Non c’è spazio, nel nuovo Milan della Berlusconi, per chi ha portato il Diavolo in Paradiso. E poco importa della storia rossonera, di quelle indimenticabili notti che hanno emozionato il popolo milanista. Il Diavolo deve tornare grande. E’ questo l’imperativo.