Camusso: “Rimettere l’Imu? Sarebbe serio”

Pubblicato il 30 Novembre 2013 alle 19:46 Autore: Gabriele Maestri
camusso cgil

Per cortesia, rimettete l’Imu. Non usa proprio queste parole, ma è il concetto centrale dell’ultimo intervento di Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, presente al congresso nazionale del Psi a Venezia, proprio mentre da più parti (serie come l’osservatorio della Cgia di Mestre) si mette in dubbio la copertura della cancellazione della prima rata, con conseguenti ritocchi all’insù di altre imposte per coprire il buco.

“L’unica cosa seria – ha detto la Camusso – sarebbe rimettere l’Imu. Che serietà ha un paese che in pochi anni toglie e mette l’Imu sei volte?” Il massimo esponente del maggiore sindacato italiano, dunque, in sostanza chiede la reintroduzione dell’imposta sugli immobili di cui il Pdl aveva voluto fortemente la cancellazione, minacciando a ciclo continuo la fine anticipata del governo di larghe intese guidato da Enrico Letta.

camusso cgil rimettere l'imu

Nella stessa occasione, peraltro, la segretaria generale di Corso Italia ha pienamente condiviso la proposta lanciata dal segretario Psi Riccardo Nencini sull’introduzione di una patrimoniale sulle grandi ricchezze: “Abbiamo proposto in tempi non sospetti che quello era il terreno, così come lo è quello dell’equilibrio nella tassazione delle rendite finanziarie”.

Non risparmia bacchettate a Letta sulla svolta, politica ed economica che avrebbe annunciato per il nuovo anno: “Preferirei che invece che annunciarla si cominciasse a dire come si cambia la legge di stabilità: vorrei che i cambi di marcia si facessero lì, perché continua a crescere la distanza tra gli annunci che si fanno in parlamento e i provvedimenti che si prendono. Il cambio di marcia ce lo aspettiamo dalla legge”.

Le critiche al governo non si limitano a questo: “Preoccupa che nella stagione in cui bisognerebbe abbandonare la finanziarizzazione dell’economia ci si stia inventando la finanziarizzazione della Banca d’Italia: segno di una straordinaria difficoltà ma anche pericolo per l’assetto delle nostre istituzioni”.

L'autore: Gabriele Maestri

Gabriele Maestri (1983), laureato in Giurisprudenza, è giornalista pubblicista e collabora con varie testate occupandosi di cronaca, politica e musica. Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Istituzioni politiche comparate presso l’Università di Roma La Sapienza e di nuovo dottorando in Scienze politiche - Studi di genere all'Università di Roma Tre (dove è stato assegnista di ricerca in Diritto pubblico comparato). E' inoltre collaboratore della cattedra di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Parma, dove si occupa di diritto della radiotelevisione, educazione alla cittadinanza, bioetica e diritto dei partiti, con particolare riguardo ai loro emblemi. Ha scritto i libri "I simboli della discordia. Normativa e decisioni sui contrassegni dei partiti" (Giuffrè, 2012), "Per un pugno di simboli. Storie e mattane di una democrazia andata a male" (prefazione di Filippo Ceccarelli, Aracne, 2014) e, con Alberto Bertoli, "Come un uomo" (Infinito edizioni, 2015). Cura il sito www.isimbolidelladiscordia.it; collabora con TP dal 2013.
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