Davvero una strana settimana, quella vissuta dalla città di Roma. Il limite per l’approvazione del bilancio è arrivato ed è passato. A mezzanotte di ieri sono scaduti i termini di legge ma nella Capitale la manovra 2013 non è stata ancora approvata. Il sindaco Marino dovrebbe ricevere a giorni la lettera di diffida del prefetto, anticamera di un commissariamento che non ci sarà.
Quell’atmosfera da battaglia finale tra maggioranza e opposizione che si è respirata per giorni è svanita pian piano, sbiadendo paradossalmente proprio nel conto alla rovescia che ha accompagnato Roma alla fatidica mezzanotte. E sorpassati i termini di legge per l’approvazione del bilancio, la tanto annunciata tempesta non s’è abbattuta sul Campidoglio. Anzi: con l’avvicinarsi della scadenza, la corsa al voto non s’è vista.
Un quadro che stona parecchio con quanto visto e sentito nel corso della settimana che si sta chiudendo. Ma che qualcosa fosse cambiato lo si era capito già nelle scorse ore.
Il film di questi giorni era cominciato in modo scoppiettante, con la rissa sfiorata in Aula Giulio Cesare domenica scorsa. Poi gli emendamenti, oltre centomila. Non sono mancate accuse incrociate: la maggioranza che dichiara inammissibili migliaia di ordini del giorno presentati dal centrodestra, rimproverando all’opposizione di voler far fallire Roma; l’opposizione che risponde con i ricorsi al Tar, accusando Marino di non rispettare il regolamento. Nel frattempo, appelli da ogni dove: sindacati e mondo dell’impresa, governo e comunità di Sant’Egidio, tutti a chiedere responsabilità per scongiurare l’ipotesi del commissariamento per la città di Roma. In mezzo, i due fronti politici affaccendati tra prove di dialogo e difesa delle posizioni.
Ieri i lavori in Campidoglio si sono chiusi in serata. A mezzanotte, per intenderci, l’aula era vuota come vuota resterà pure oggi su decisione dei capigruppo. Il Movimento 5 Stelle può partecipare al V-Day e le opposizioni hanno tempo per prendere visione di emendamenti e ordini del giorno. Si riparte da domani. A tempi già scaduti. Un teatrino, secondo i grillini: “Ma l’urgenza dove è finita?” scrivevano ieri sul loro sito: “Che succede? Ma l’opposizione non si oppone più? E la maggioranza non si oppone all’opposizione? I ruoli si appiattiscono, i sorrisi si moltiplicano: è interessante notare come proprio sul Bilancio che dovrebbe far cadere questo Sindaco, si sentono note di Love is in the air...”
Cosa accade ora? La lettera di diffida del prefetto, con la probabile concessione di una proroga, dovrebbe arrivare in Campidoglio a metà settimana. Si parla di mercoledì. Pochi giorni ancora, in pratica, ma forse sufficienti per arrivare all’approvazione della manovra: questo almeno è l’obiettivo del centrosinistra. Il primo cittadino, infatti, ha annunciato ritmo serrato e sedute a oltranza per licenziare il bilancio il prima possibile.
E così nel giro di qualche giorno tutti potrebbero cantar vittoria: la maggioranza potrà dire di essere stata in grado di superare l’insidioso scoglio del bilancio nonostante l’ostruzionismo dell’opposizione; il centrodestra (magari sventolando la lettera del prefetto) potrà accusare di malgoverno la giunta Marino, incapace di rispettare i termini di legge.
Tre giorni fa il vicesindaco Nieri twittava: “In Aula per il bilancio 2013, che è un mero esercizio contabile. Il primo vero bilancio con le scelte della Giunta Marino sarà quello 2014”. Sono le stesse parole spese anche dal sindaco, secondo il quale la manovra dell’anno prossimo dovrà consentire all’economia cittadina di ripartire. L’annuncio di un cambio di passo? Vedremo.
Sullo sfondo resta quel fantasma chiamato rimpasto di cui si scrive da settimane, anche se Ignazio Marino ha sempre negato la necessità di rimettere mano alla sua squadra. Chiuso il capitolo bilancio, si capirà chi ha ragione.