Nel maggio 2014 Giorgio Gori e Matteo Renzi potrebbero diventare colleghi: è quanto ha scritto la versione bergamasca del Corriere della Sera, che ha pubblicato un’indiscrezione trapelata nelle ultime ore negli ambienti del Pd di Bergamo. Secondo il Corriere, nei prossimi giorni potrebbe passare tra i democratici bergamaschi la linea renziana, che lancerebbe così la candidatura di Gori a primo cittadino. Il destino – o forse il tempismo della corrente rottamatrice locale – ha voluto che la riunione del Pd si tenesse proprio in “zona Renzi”, nella settimana in cui il sindaco di Firenze potrebbe venire eletto segretario nazionale.
Ma i rapporti tra il sindaco e l’ex spin doctor della campagna renziana del 2012 non sono idilliaci. Infatti, in un primo momento, Gori sembrava destinato a ricoprire il ruolo di capolista cittadino in supporto alla candidatura di Renzi. Il coordinatore del Pd Lombardia Alessandro Alfieri ha però spiegato: “Ho parlato con Gori nei giorni scorsi e gli ho detto che forse era più opportuno per lui concentrarsi sulla candidatura cittadina, a cui tiene molto – ha precisato il responsabile regionale del partito –. Ci ha pensato per un giorno, poi mi ha chiamato e mi ha detto che anche a lui questa sembrava la soluzione migliore”.
In realtà pare che le cose stiano diversamente, perché mercoledì scorso Renzi ha ricevuto le liste delle candidature con il nominativo di Gori inserito nel ruolo di capolista per l’elezione all’Assemblea nazionale dem, mentre giovedì mattina il nome sembra essere stato depennato personalmente dal sindaco gigliato: “No a Gori capolista”, avrebbe detto Renzi ad Alfieri, personalità politica vicina al rottamatore.
Giorgio Gori ha fatto sapere che “la priorità rimane Bergamo”, ma con queste parole l’ex dirigente Mediaset sembra voler nascondere il gelo che c’è tra i due. “Nessun intervento dall’alto”, ha poi rassicurato il coordinatore lombardo Alfieri.