Giuseppe Civati sembra ottimista in vista delle primarie di domenica 8 dicembre. Valutato da quasi tutti come il terzo incomodo, come l’outsider e ritenuto dalla totalità degli addetti ai lavori il futuro ultimo classificato, sente, invece, di poter prevedere la presentazione di novità evidenti al momento dello spoglio: “vogliamo fare come con Grillo a febbraio, quando non ci prese nessuno?”, afferma in un’intervista al Corriere della Sera. “Noi abbiamo sondaggi molto diversi, ma non li possiamo dire. Si vede una grande mobilitazione in nostro favore”.
Il candidato alla segretaria democratica, stretto nelle settimane passate in una morsa doppia, mediatica-partitica, Renzi-Cuperlo, torna sul confronto con gli altri due competitors avuto quattro giorni fa: “se parlo al plurale non è perché mi sono montato la testa dopo aver vinto il confronto tv, ma per via del ‘civotì, uno slogan nel quale credo molto”. Centro del discorso sono i numeri. Renzi è sempre sembrato inarrivabile, tanto più che adesso parte del partito ed oltre duecento parlamentari sono passati dalla sua, mentre Cuperlo è sempre stato giudicato alle spalle del primo cittadino di Firenze perché sorretto dal solido apparato dei dem. Ma Civati non è della stessa opinione e rivede la classifica: “l’operazione ‘re-cuperlò è conclusa e ora ci occupiamo di Renzi”, spiega Civati. E’ uno dei suoi classici giochi di parole. La partita delle primarie, a soli cinque giorni, sembra riaperta, almeno ascoltando le parole del deputato di Monza: “non esagero, ho rilevazioni interessanti”. Quanto alla possibilità di tornare al voto nel 2014, Civati sottolinea: “se si vota vuol dire che le primarie le ho vinte io, perché Cuperlo e Renzi non vogliono andare alle urne”. Del resto lo stesso Civati, ospite della trasmissione Agorà, ha affermato con fermezza che, nonostante rispetti il Capo dello Stato, “lo schema delle larghe intese non funziona più. Una volta queste cose si chiamavano ribaltoni».
Cuperlo “Governo durerà fino a 2015” – Le recenti parole di Matteo Renzi, riportate in un’intervista a La Repubblica, sono come benzina sul fuoco nel Partito Democratico, e rischiano di aiutare Berlusconi. Questo è il pensiero di uno dei due avversari di Renzi, Gianni Cuperlo, in un’intervista al Repubblica: “penso che non servano gli ultimatum né nascondere la polvere sotto il tappeto”, afferma il deputato triestino. “Dire che non si temono le urne mentre Alfano rischia di finire asfaltato da Forza Italia diventa una sponda a Berlusconi. Così non si unisce il Pd ma lo si divide”. Cuperlo sostiene la necessità di far si che nasca un partito di centro destra responsabile, serio ed affidabile. La sua funzione sarebbe bilanciare il populismo e la demagogia tipica del centro destra berlusconiano, di cui Forza Italia sembra stia prendendo connotati.
Il deputato ex segretario della Sinistra Giovanile prende in esame poi il ruolo di Enrico Letta: “forse è il caso di dire al suo partito che sulla sorte del governo e del Paese non si fanno giochi di parte”. A meno che, continua, “il messaggio non sia che tanto, dopo le primarie, ‘tra lui e Matteo non ci saranno problemi. Basta saperlo. Io non ho grande interesse a partecipare al congresso postumo della Democrazia cristiana”, afferma duramente. E, di nuovo, parlando del Presidente del Consiglio, sostiene: “sarebbe utile una sua parola per dire al Pd che non si gioca con messaggi un giorno collaborativi e un giorno ultimativi».
Sulla durata dell’esecutivo, in un’intervista presso Rai news24 asserisce che “il governo Letta durerà fino alla primavera del 2015, ma deve essere chiaro che per l’esecutivo si tratta di una parentesi, di una situazione di emergenza. Ci vuole comunque – concludendo – una nuova offerta rispetto a sei mesi fa. Il governo deve portare l’aeroplano sulla pista di rullaggio per costruire un’alternativa vera offrendo un programma e ricostruendo i rapporti con la società civile”.
Il rischio scissione nei dem non è mai stato così alto: già nel 2012 D’Alema affermò che, qualora Renzi avesse vinto le primarie per il candidato alla presidenza del consiglio, “sarebbe stata guerra politica”. Cuperlo risponde alla questione: “non ci sarà nessuna scissione. Il problema è la chiarezza di una linea. C’è qualcuno che punta a metter fine a questo governo da ora? Lo dica e se ne assuma la responsabilità. Vincere le primarie non vuol dire dettare i compiti a tutti, governo e gruppi parlamentari compresi. Non eleggiamo un capo solitario”.
Ma sono i numeri, ancora una volta, centrali: “sono convinto che in tanti andranno a votare. Almeno lo spero, mi auguro siano più di 2 mln di persone. Ma anche se fossero un milione e mezzo, mi chiedo quale altra forza politica è in grado di mobilitare tutte queste energie in una logica di partecipazione trasparente”, concludendo l’intervista all’emittente radiotelevisiva.
Daniele Errera